martedì 24 settembre 2013

San Pacifico di San Severino

frate minore (1653-1721) 24 settembre
Grandi doni furono dati dal Signore a questo uomo alto, sparuto, pallido, con il naso S. Pacifico di S. Severinoaquilino, una voce sottile, e modi semplici e amichevoli. La vita non gli riservò molte gioie, ma Dio lo consolò con estasi, il dono delle profezie, di saper leggere nei cuori e un grande desiderio di donare le proprie sofferenze a Cristo per la salvezza delle anime. Il suo corpo rimasto incorrotto schizzò sangue dopo quattro anni dalla sepoltura, come fosse ancora vivente.
Carlo Antonio Divini, nacque a San Severino nel marchesato di Ancona l’1 marzo 1653, era il più giovane dei tredici figli di Antonio e Maria Bruni, che morirono quando aveva circa cinque annilasciandolo alle cure dello zio materno, Luzizio Bruni, priore della cattedrale di San Severino Marche, un uomo buono e colto, ma troppo austero e intollerante nell’allevare un piccolo bambino, che, secondo i biografi, reagì male all’arrivo di questo improvviso e indesiderato fardello; tuttavia sembra che Carlo abbia sopportato con pazienza gli scoppi d’ira dello zio, nonostante fosse sfruttato come servo nel convento. Nostro Signore fece in modo che la sua virtù fu resa manifesta. Un giorno una serva ruppe il rubinetto di una botte di vino e tutto il vino corse in cantina, ma incolpò Pacifico. Suo zio portò il ragazzo in cantina con lui per fargli vedere quello che aveva fatto e per dargli la punizione che meritava. Il ragazzo lo seguiva calmo. Quando raggiunsero la cantina, trovarono il pavimento piuttosto secco e la botte piena di vino. Chiamata la cameriera e visto il miracolo, ammise la sua colpa elogiando la santità del ragazzo innocente.
All’età di 17 anni circa chiese di entrare nei frati minori dell’osservanza, da cui fu accolto, e il 28 dicembre 1670 ricevette l’abito dell’ordine, con il nome di Pacifico, nel convento di Forano. Al termine del corso normale di studi, fu ordinato sacerdote il 4 S. Pacifico di S. Severino1giugno 1678 a 25 anni. Nei successivi 6 anni, divise il suo tempo tra l’insegnamento della filosofia ai frati più giovani a Moltalbodosso e Fossombrone e i viaggi e le visite nei villaggi e paesi della regione.
Il ritratto che abbiamo di lui è quello di un uomo alto, sparuto, pallido, con il naso aquilino, una voce sottile, e modi semplici e amichevoli. Il suo successo fu dovuto in parte al dono di leggere nella coscienza di chi veniva a confessarsi (aveva un modo misterioso di ricordare loro i peccati che avevano confessato, consapevolmente o meno), ma quest’apostolato fu di breve durata. Nel 1684 la salute peggiorò e all’età di 35 anni stava cominciando a diventare sordo e cieco, oltre a soffrire di ulcere croniche alle gambe che lo resero quasi storpio. A dispetto della malattia cronica, si spostava tra il convento di San Severino e Forano, in entrambi i quali svolgeva incarichi importanti.
Nel settembre 1705 fu trasferito per l’ultima volta a San Severino, dove rimase fino alla fine. I disturbi e le malattie peggiorarono progressivamente, e negli ultimi anni fece molta fatica a celebrare la Messa e confessare, ma, come se non bastasse, praticava anche il digiuno e si sottoponeva ad altri tipi di mortificazioni al punto che i superiori dovettero intervenire. Durante la messa entrava spesso in estasi, e aveva anche il dono della predizione: l’11 giugno 1721 disse al vescovo di san Severino, Alessandro Calvi, che gli fece visita, che sarebbe morto in breve tempo e che lui stesso lo avrebbe seguito subito dopo. Il vescovo morì in una quindicina di giorni e Pacifico il 24 settembre 1721.
S. Pacifico di S. Severino2Una folla enorme partecipò alle esequie, e presto si raccontarono miracoli avvenuti sulla sua tomba. Due persone decedute furono riportate alla vita dopo che le reliquie del santo erano state poste su di loro. I resti furono riesumati la prima volta nel 1725, il suo corpo fu trovato incorrotto dopo quattro anni, e quindi collocato in una bara di legno vicino all’altare della Madonna nella chiesa del convento, per poi essere successivamente trasferito in una cappella costruita in suo onore.
Quando il corpo è stato spostato, la testa del santo fu accidentalmente colpita così duramente contro una scala che venne staccata dal corpoIl sangue scorreva liberamente dal collo, schizzando sangue, come se il corpo fosse ancora vivoIl sangue è stato fermato con una camicia, tenuta poi come una reliquia. Nel 1752 iniziò la causa di beatificazione, con il cardinale Enrico di York come ponente, e monsignore (in seguito al cardiale) Erskine come promotore del culto. Pacifico fu canonizzato dal papa Gregorio XVI (1831-1846) nel 1839.
Fonti: Il primo grande dizionario dei santi di Alban Butlerhttp://www.roman-catholic-saints.com/saint-pacific.html

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