Papa Leone XIII stabilì l’11 maggio 1899 la consacrazione universale degli uomini al Cuor di Gesù. Nello stesso anno il gesuita italiano Sanna Solaro scrisse a tutti i vescovi italiani perché sottoscrivessero una petizione per chiedere l’istituzione di una festa liturgica. Quarantanove vescovi aderirono alla petizione.
IL CANTO DI CRISTO RE
Una nuova supplica fu presentata a papa Pio XI dopo il Congresso eucaristico internazionale di Roma, nei primi mesi del suo pontificato, sottoscritta da 69 prelati. Nel 1923 fu presentata una terza supplica, con la firma di 340 fra cardinali, arcivescovi, vescovi e superiori generali. Nella supplica si chiedeva:«Per riparare gli oltraggi fatti a Gesù Cristo dall’ateismo ufficiale, la Santa Chiesa si degni stabilire una festa liturgica che, sotto un titolo da essa definito, proclami solennemente i sovrani diritti della persona regale di Gesù Cristo, che vive nell’Eucaristia e regna, col Suo Sacro Cuore, nella società».
Se nuova era la festa, non nuova era l’idea della regalità attribuita alla figura di Cristo, che non soltanto la Scrittura, i Padri e i teologi, ma anche l’arte sacra
e il senso comune dei fedeli concordemente affermano. La domanda fu
sostenuta da duecento ordini e congregazioni religiose, dodici
università cattoliche e da petizioni firmate da centinaia di migliaia di
fedeli in tutto il mondo.
Non mancò qualche obiezione:
secondo alcuni il tema di questa festa era già celebrato nell’Epifania,
altri giudicavano sempre più obsoleta la monarchia come forma di
governo. Finalmente papa Pio XI stabilì la festa con l’enciclica Quas Primas dell’11 dicembre 1925. Dice il Papa nell’Enciclica:
« E
perché più abbondanti siano i desiderati frutti e durino più
stabilmente nella società umana, è necessario che venga divulgata la
cognizione della regale dignità di nostro Signore quanto più è
possibile. Al quale scopo Ci sembra che nessun’altra cosa possa
maggiormente giovare quanto l’istituzione di una festa particolare e
propria di Cristo Re. » (Pio XI, Quas primas)
Lo scopo della festa, vale a dire la celebrazione della regalità sociale di Cristo, ne illumina anche la collocazione nel calendario. Esisteranno anche diversi motivi per cui essa fu assegnata all’ultima domenica di ottobre, ma il più importante è quello delineato dal Papa nell’enciclica:“Ci sembrò poi più d’ogni altra opportuna a questa celebrazione l’ultima domenica del mese di ottobre, nella quale si chiude quasi l’anno liturgico, così infatti avverrà che i misteri della vita di Gesù Cristo, commemorati nel corso dell’anno, terminino e quasi ricevano coronamento da questa solennità di Cristo Re, e prima che si celebri e si esalti la gloria di Colui che trionfa in tutti i Santi e in tutti gli eletti”.
In altre parole, la festa di tutti i Santi, che regnano per partecipazione, viene fatta precedere dalla festa di Cristo, che regna per diritto proprio. La ricorrenza della regalità di Cristo, inoltre, costituisce il coronamento di tutto l’anno liturgico, e pertanto viene posta verso la sua fine. Lo spostamento della festa di Cristo Re verso una dimensione essenzialmente spirituale e trascendente è confermato dalla sua nuova posizione nel calendario. Essa non è più posta in riferimento ai Santi che regnano con Cristo e alle missioni che diffondono il suo regno temporale, ma si trova alla fine dell’anno liturgico, nella posizione che la liturgia romana assegna tradizionalmente al ricordo della fine del mondo e del giudizio universale.
Fonti: http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV130_Festa_di_Cristo_Re.html / http://it.wikipedia.org/wiki/Solennit%C3%A0_di_Cristo_Re
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