Casalpusterlengo – (LO) Italia – maggio 1574
… Il vasaio accolse volentieri la sua proposta e così l’ignoto pellegrino con abili tocchi, completò e perfezionò la statua, ma lavorò solo sui volti, rispettando il lavoro dei vasaio, poi scomparve. Esterrefatto e compiaciuto dei bellissimo lavoro che l’aiutante aveva fatto, portò alla fornace la statua e quando la ritirò, essendo così bella, non gli sembrò giusto lasciarla nella sua umile casa e quindi la portò nella cappella detta di San Salvario che doveva essere stata di un’antica chiesa della quale ancora oggi si hanno notizie storiche più che millenarie. La collocò nella nicchia in alto e volle che fosse presente anche un sacerdote a benedirla e in San Salvario quel giorno fu una grande festa.Nel 14° secolo un giovane vasaio pio e devoto mosso da una speciale devozione modellò con tenera argilla una statua della Vergine, ma non gli riusciva di modellare bene le teste della Madonna e del Bambino. Mentre si sforzava si trovò accanto uno sconosciuto vestito da pellegrino che gli offri il suo aiuto. …
Da quel giorno le persone incominciarono a recarsi a quella chiesetta, prima per curiosità, poi per devozione. Quando il vasaio morì, la devozione attorno alla Madonna a poco a poco si ridusse e così il silenzio ritornò a San Salvario. Solo qualcuno nel silenzio si inginocchiava a pregare. Dietro la Cappelletta c’era una piccola stanza che divenne la casa di quella persona umile e sconosciuta, la storia lo ha chiamato “l’Eremita” o il “Romito“.
Nel maggio del 1574, gli abitanti di Casalpusterlengo, per quindici sere consecutive, videro scendere dal cielo, sopra la cappellina, una processione di frati con le candele accese per venerare l’immagine della Vergine.
Tali fatti furono interpretati come segno esplicito che la Vergine
Maria desiderava che la sua statua fosse custodita in quel luogo dai
frati Cappuccini.
Migliaia di persone piene di meraviglia, entusiasmo, commozione, provenienti da Casale e dai paesi vicini, assistettero a questi straordinari avvenimenti. Alla luce dei nuovi fatti la Confraternita dei Disciplini di Santa Marta, con sede nella chiesa di Sant’Antonio, chiese ai Lampugnani il terreno su cui sorgeva la chiesa di San Salvario per meglio custodirla. Essi rifiutarono e perciò i Disciplini portarono la statua della Madonna in Sant’Antonio. La tradizione, racconta che passò la notte e poco prima dell’alba una donna mentre percorreva il sentiero che da casa portava verso i campi si incontrò con l’immagine della Madonna che ritornava da sola nella sua Chiesina di San Salvario. La statua fu ritrovata in San Salvario, segno che la Madonna voleva essere onorata proprio lì. Alla fine del 1576 i frati arrivarono veramente e costruirono Santuario e convento.
Era un convento povero che, però, all’inizio ospitava sin al numero di venti frati
con a capo il padre Domenico da Brescia, primo guardiano. Subito tra il
popolo di Casale e i padri Cappuccini si creò un legame di grande
affetto e stima che crebbe sempre più con il trascorrere degli anni. E
ne sono passati di frati nel corso dei secoli…Il convento, purtroppo, a distanza di soli vent’anni presentò dei problemi e si discusse a lungo se rifarlo lì dov’era o ricostruirlo altrove, vista anche l’aria malsana che vi si respirava essendo posto sulla riva del Brembiolo. In questa discussione s’inserì il principe Teodoro Trivulzio che insitette affinché i Padri lasciassero San Salvario e si trasferissero a Codogno, dove lui avrebbe costruito convento e chiesa a sue spese. I Frati rifiutarono e decisero sia di rimanere a Casale sia di ricostruire il convento lì dov’era, a lato della chiesa, anche per fedeltà alla Madonna che aveva scelto quel luogo.
Cinquant’anni dopo l’apparizione, il 5 novembre 1624, fu consacrata la chiesa dedicata al Santissimo Salvatore e a San Francesco, che ebbe come festa titolare l’Ascensione. All’interno troviamo la tela dell’Ascensione di Battista Trotti del 1593 e la statua della Vergine che, rivestita di manto regale, il 7 aprile 1780, venne solennemente incoronata.
Ai lati dell’altare della Vergine sorsero l’altare di San Giuseppe, a sinistra, con una tela di Pietro Maggi e, a destra, del primo santo cappuccino, San Felice da Cantalice, raffigurato da Tommaso Formenti, mentre riceve dalle mani della Madonna il Bambino Gesù. Sotto la volta del Santuario si ammirano tre affreschi di Paolo Zambellini (1921), che rappresentano: il pellegrino che completa la statua della Madonna, mentre il vasaio assiste meravigliato; nel riquadro centrale, l’apparizione della Madonna e dei frati alla gente di Casalpusterlengo; la Madonna che ritorna alla cappellina accompagnata dagli angeli. Sulla parte interna della facciata si presenta un quadro della Visitazione, di Ferdinando Brambilla; mentre l’altare del Sacro Cuore con la statua di Cristo morto è opera di Lentignani.
Fonti: http://www.donbosco-torino.it/ita/Maria/santuari/08-09/14-Casalpusterlengo-Castelleone.html; http://www.comunicare.it/ofmcap/luoghi/casalpus.htm#tradi
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