Che senso hanno le nostre
fatiche e i nostri sudori, le nostre angosce e le nostre gioie, le
nostre attese e le nostre speranze, le nostre lacrime, i nostri
tormenti, i nostri amori e le nostre delusioni, il nostro vivere e il
nostro morire. Ma c’è una direzione
verso cui confluiscono le aspirazioni, i dinamismi, i travagli, le
macerazioni, i progetti, i fallimenti, le costruzioni dello spirito
umano?
Perché mai siamo inquieti?
Non c’è nulla che copra completamente il nostro bisogno di felicità. E
quando pensiamo di aver raggiunto tutto ci accorgiamo che ci manca
sempre qualcosa? Da che dipende che, nonostante tanta compagnia,
avvertiamo la solitudine; che, nonostante la sincerità di certe amicizie
e l’intimità di tanti amori, ci accorgiamo che l’altro ci sfugge; che,
nonostante i soldi, i piaceri, gli anni giovanili, ci ritroviamo poveri,
vuoti e spregevoli?
E’ Dio che ci manca. Per cui tutto ci sembra slegato, sconnesso, privo di significati profondi.
(Don Tonino Bello, Servo di Dio)
lunedì 25 marzo 2013
E’ Dio che ci manca (Don Tonino Bello, Servo di Dio)
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