«Io, miracolata»
21/10/2003
di Alessandro Gnocchi
Miracolo. Oppure effetto di autosuggestione. O,
ancora, avvenimento che la medicina potrà spiegare in futuro, ma non
ora. Ciò che è evidente, in ogni caso, è che Giuliana Mongelli il 26
agosto è guarita improvvisamente dalla sindrome di Guillain-Barré (una
malattia che porta all’atrofizzazione dei muscoli) durante il
pellegrinaggio a Lourdes organizzato dall’Opera Romana Pellegrinaggi per
la diocesi di Roma e guidato dal cardinale Camillo Ruini. Se ne parlerà
nella puntata di «Porta a porta» in onda il 16 ottobre su Raiuno. Il
conduttore Bruno Vespa ha vissuto in prima persona la vicenda: sua madre
partecipava a quel pellegrinaggio e lui è arrivato a Lourdes il giorno
dopo la guarigione. «In questi casi, sono molto prudente, perché so
quanto lo è la Chiesa» dice il giornalista. «Ma mi ha colpito vedere
questa donna corrermi incontro e stringermi la mano: due cose che fino a
poche ore prima non avrebbe potuto fare».
E questo è il racconto di Giuliana Mongelli che,
nel giugno 2002, rimase completamente paralizzata. I medici
diagnosticarono la sindrome di Guillain-Barré e sottoposero la donna a
diversi interventi chirurgici. Poi, la fisioterapia per la
riabilitazione. «In effetti» dice la signora «dopo otto mesi di esercizi
ero riuscita a rimettermi in piedi. Ma camminavo con grande fatica,
trascinavo una gamba e non ero in grado di usare le mani. I medici mi
dicevano che, forse, sarei migliorata ancora, ma chissà quando. Però a
me questo bastava già. Perciò sono andata a Lourdes su invito delle mie
amiche Marianna Palladino e Silvana Desiderio con l’intenzione di
chiedere aiuto per mio marito, che è molto malato, e per i miei due
figli».
Con questi pensieri in animo, la sera del 26 agosto
Giuliana, con le due amiche, ha presenziato alla processione verso la
Grotta di Massabielle. «Non potevo camminare, allora ci siamo fermate e
io mi sono appoggiata alla statua di san Vincenzo de’ Paoli. Alle nostre
spalle c’era una rampa di scale molto ripida. Mi sentivo stanca,
sfinita, avvilita. Non avevo cervello, ero vuota. A un certo momento, ho
sentito una voce alle mie spalle: “Cammina!”. Mi sono girata e non
c’era nessuno. Mi sono detta: “Sto diventando matta!”. Ma era come se
qualcuno mi spingesse per camminare. Allora mi sono girata e ho salito
la rampa di scale come se non fossi mai stata malata. Non capivo più
nulla. Poi ho sentito ancora la voce. Allora ho cominciato a fare su e
giù per la rampa di scale senza fermarmi. Avevo i piedi gonfi e piagati,
ma non sentivo più niente. Camminavo, correvo e non riuscivo a
fermarmi. Mi sentivo leggera come un farfalla. Il peso che avevo dentro
non lo sentivo più. Quando ci siamo rese conto di ciò che era avvenuto,
abbiamo pensato alla Madonna e ci siamo messe a piangere tutte e tre».
Tornata in albergo, la donna non ha chiuso occhio per tutta la notte.
«Mi chiedevo perché a me e non ai tanti bambini sofferenti che avevo
visto in quei giorni. Alle mie amiche avevo chiesto di non dire nulla a
nessuno: “Guai a voi, altrimenti mi prendono per matta”. Ma il sacerdote
che ci aveva accompagnato, don Canio, non poteva essere tenuto
all’oscuro. È stato lui a convincermi a parlarne anche con gli altri.
Non era giusto che tenessi tutto per me».
Da qui sono cominciati gli accertamenti. «Quattro
ore di visita al Bureau Médical di Lourdes. E poi la curiosità della
gente. La felicità di chi mi vuole bene e l’incredulità di molti. Devo
dire che sono un po’ frastornata».
Ora, si precisa all’Opera Romana Pellegrinaggi, il
Bureau Médical continuerà «il processo di verifica. Il processo, che
richiederà del tempo, prevede la raccolta delle informazioni mediche
precedenti e un’osservazione prolungata dell’evolversi della situazione.
Al termine del processo, il Bureau Médical potrà dichiarare se la
guarigione ha un carattere “scientificamente inspiegabile” e
successivamente, a seguito di un esame canonico, l’autorità
ecclesiastica competente potrà dichiarare il miracolo».
In effetti, la prassi per il riconoscimento da
parte della Chiesa è lunga e prudente. Fino a oggi, i miracoli avvenuti a
Lourdes e riconosciuti dall’autorità ecclesiastica sono 66 su 6.800
segnalazioni di guarigioni improvvise. Il primo risale al 25 febbraio
1858 e riguarda lo scalpellino Luigi Bouriette, che riacquistò la vista
dell’occhio destro, irrimediabilmente compromesso a causa dello scoppio
di una mina nella cava di pietra in cui lavorava. L’ultimo, avvenuto il 9
ottobre 1987, è stato riconosciuto nel 1999. Il tempo medio impiegato
per proclamare la causa miracolosa di una guarigione, ormai, supera i
dieci anni. E l’indagine deve accertare che tale guarigione sia
improvvisa, completa, definitiva e scientificamente inspiegabile.
In ogni caso, ciò che la signora Mongelli può
testimoniare è il suo cambiamento. «Non solo prego sempre» dice «è che
sono felice come non avrei mai immaginato».
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