lunedì 17 novembre 2014

Madonna del Popolo di Marino

Madonna del Popolo di Marino


Madonna_del_Popolo_MarinoNella notte tra venerdì 17 novembre e sabato 18 novembre 1911 l’immagine fu soggetta ad un furto sacrilego: i ladri entrarono nella Basilica da una porticina laterale nel coro e portarono via buona parte degli ornamenti più preziosi e degli ex voto…
La Madonna del Popolo (ufficialmente chiamata Maria Santissima del Rosario, anticamente nota come Maria Santissima di Santa Lucia) è una prodigiosa immagine della Vergine Maria conservata nella Basilica di San Barnaba di Marino, in provincia di Roma, nell’area dei Castelli Romani.
La prima menzione dell’immagine risalirebbe ad un rogito notarile del 1280, rogato da un tale Pietro notaio in Roma, che asserisce come l’immagine stessa fosse stata portata da un esponente della famiglia Colonna a Roma da Costantinopoli, in un’epoca non meglio identificata. L’immagine venne traslata in Marino dai Colonna, forse al tempo di papa Martino V, e collocata in un monumentale altare laterale collocato nella chiesa di Santa Lucia, oggi utilizzata come Museo Civico Umberto Mastroianni. L’altare pare fosse eretto con i marmi del tempio pagano di Diana Aricina ad Aricia, secondo quanto riferiscono Flavio Biondo e Leon Battista Alberti.

Nel 1526, durante la guerra tra papa Clemente VII e l’imperatore Carlo V d’Asburgo, conflitto terminato nell’autunno dell’anno successivo con il famigerato sacco di Roma del 1527, un contingente di soldati provenienti da Velletri al Clement_VII._Sebastiano_del_Piombo._c.1531.soldo del Papa venne inviato a saccheggiare Marino, feudo dei Colonna fedeli agli imperiali. Nel saccheggio, la leggenda vuole che i velletrani sottrassero alla chiesa di Santa Lucia una campana e la venerata immagine della Madonna del Popolo, dando vita al detto “velletrani, rubba Madonne e rubba campane”. L’immagine tuttavia ritornò da sola nel proprio posto a Marino, e subito si gridò al miracolo. Questo racconto venne raccolto nel 1648 partendo dalle testimonianze di alcuni testimoni degnissimi: Giovambattista Gagliardi, di 84 anni (nato dunque nel 1564); Bernardino Antonozzi, di anni 80 (nato nel 1568); Giovambattista De Angelis di anni 70 (classe 1578); Alfonso Manfroni di anni 76 (nato nel 1572); Cesare Farina di anni 80.
Nel 1583 gli inventari della chiesa di Santa Lucia menzionavano l’immagine come “Maria Santissima di Santa Lucia“, e già da allora era attorniata da una grande aura di immagine miracolosa, e circondata da ex voto, stampelle e doni miracolosi.
Il 10 dicembre 1662 l’immagine venne traslata solennemente dalla chiesa di Santa Lucia, sconsacrata nel 1636, alla nuova parrocchiale, la Basilica Collegiata di San Barnaba. La Madonna del Popolo venne più volte invocata dal popolo marinese per vari motivi, per lo più strettamente connessi alla principale attività economica del luogo, la vitivinicoltura.
260px-Museo_Civico_Marino_01« Ella è la madre dell’amore, e della speranza; ella è dessa la madre nostra, che può, e vuole consolarci: e niuna cosa sarà per nostro vero profitto, e da noi ordinatamente voluta, di cui amorosamente non ci soddisfaccia. Ringraziamo adunque la vergine de’ benefici che ne fece, e confortiamoci di ottenerne de’ nuovi. » (Girolamo Torquati, Della prodigiosa figura di Maria Santissima del Rosario che si venera in Marino nella Basilica di San Barnaba, p. 15., Roma 1863.)
Nella notte tra venerdì 17 novembre e sabato 18 novembre 1911 l’immagine fu soggetta ad un furto sacrilego: i ladri entrarono nella Basilica da una porticina laterale nel coro e portarono via buona parte degli ornamenti più preziosi e degli ex voto. I colpevoli del furto furono identificati quasi immediatamente in tre anarchici, due marinesi, Tullo Ostilio Ciaglia ed Enrico Testa, e un forestiero, Proietti Giovanni. Furono condannati a tre anni di reclusione. Un secondo furto sacrilego si verificò pochi anni dopo, nel 1914, ed i ladri penetrarono nella Basilica sempre dalla stessa porticina, rimasta incustodita per “insipienza del Clero”. Vennero trafugati i preziosi sopravvissuti alla prima rapina: i colpevoli stavolta non vennero identificati.
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Negli anni ottanta, ignoti ladri trafugarono l’immagine stessa: non è stata ancora ritrovata, e quella che oggi viene venerata nell’altare è una copia moderna.

L’icona è dipinta su una tavoletta rettangolare di legno, che lo storico marinese Girolamo Torquati dice dello spessore di quattro dita , e raffigura una Madonna che tiene in braccio il Bambino su campo dorato. L’iconografia è di foggia orientale, perciò parrebbe confermata l’ipotesi che qualche avventuriero della famiglia Colonna partito per le crociate in Oriente riportò in patria l’immagine come bottino di guerra.
Nel 1755 la tavoletta lignea era talmente divenuta friabile che venne rinforzata sul retro con un impasto di pece per impedirne il disfacimento. Ulteriori, e più moderni, restauri furono eseguiti nel secondo dopoguerra, dopo i Marino_1944_Basilica_di_San_Barnaba_0danneggiamenti dovuti al bombardamento anglo-americano del 2 febbraio 1944.
Numerosi arredi preziosi erano stati accumulati nei secoli attorno all’icona: oltre alle decine di ex voto e doni votivi, erano preziosi un manto blu con stelline dorate donato da Ippolita Gonzaga, consorte di Ascanio I Colonna, e due croci d’oro donate rispettivamente dal cardinale Ascanio II Colonna e dal cardinale Girolamo Colonna. Tutti questi tesori furono però trafugati nei due furti sacrilegi cui andò soggetta l’icona, nel 1911 e nel 1914.
Fonte:  http://it.wikipedia.org/wiki/Madonna_del_Popolo_(Marino)

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