domenicana(ca. 1444-1503) 13 ottobre
Maddalena Panatieri nacque e trascorse tutta la sua vita nella cittadina di Trino Vercellese al confine tra Lombardia e Piemonte. Divenuta membro del Terz’ordine domenicano, fece voto di celibato e si unì a un gruppo di donne terziarie che consacrarono la loro vita alle opere di carità e alla preghiera. La sua fama si sparse presto nella città, dove accudiva con grande amore i poveri e i bambini, offrendo preghiere e penitenze per la conversione dei peccatori. Particolarmente preoccupata per gli usurai, li ammoniva e riprendeva pubblicamente. Contemporaneamente la sua vita spirituale si andava dilatando, fino a raggiungere le vette della preghiera contemplativa, sperimentando di frequente visioni estatiche.
A causa della notorietà raggiunta, le fu affidato l’incarico di tenere alcune meditazioni per donne e bambini in una cappella adiacente alla chiesa domenicana, ma riscosse un tale successo che cominciarono a partecipare a questi incontri anche sacerdoti e religiosi; perfino i novizi domenicani venivano mandati ad ascoltarla. Spronati dal suo esempio, i frati domenicani della città si convinsero ad adottare una più stretta osservanza della regola,
e fu lei a invitare il riformatore B. Sebastiano Maggi (16 dic.) a fare
visita alla città per dare inizio a tale riforma. Per merito della
Panattieri, Trino divenne un centro di predicazione. Il Priore
generale dei Domenicani vi giunse da Milano, e da ogni parte del
Piemonte molti predicatori andavano – diciamo così – a prendere
l’imbeccata a Trino, dove, d’altra parte, la terziaria domenicana non si insuperbiva ma, al contrario, dava prova di profonda umiltà.
Ad un uomo che, urtato dalle sue parole, la colpì con uno schiaffo, la
Panattieri, cadendo in ginocchio, disse evangelicamente:
“Fratello, ecco l’altra guancia; colpisci pure. Ti ringrazio per amore di Cristo“.Il Marchese di Monferrato ebbe per lei particolare venerazione e la chiamava la “sua mamma”. Del resto fu la mamma di tutti, e da tutti fu amata. La popolazione di Trino attribuì all’intercessione di Maddalena l’essere stati risparmiati dall’attacco e dalla distruzione dei francesi nelle loro invasioni in Italia e si dice che ella avesse previsto alcuni dei disastri causati da tali conflitti.
Predisse la sua morte, avvenuta il 13 ottobre 1503, e quando fu in agonia, con voce dolcissima, intonò l’Inno “Jesu nostra Redemptio” e “l’Ave Maris stella”. Già venerata nella città come santa; ed essendole inoltre stati attribuiti poteri prodigiosi, la sua tomba divenne presto meta di un largo numero di pellegrini. Il culto popolare fu confermato nel 1827 da papa Leone XII.
Le sue reliquie furono distrutte, forse da un cannoneggiamento del 1639, ma qualcuno ritiene che uno scheletro, rinvenuto nel 1964, sia quello della beata (non esiste però prova decisiva che lo colleghi a lei e perciò le autorità ecclesiastiche non si sono ancora pronunciate). E stato scritto che la sua vita «fu decisamente poco avventurosa e risparmiata da ogni tipo di contraddizione esterna e di persecuzione» (B.T.A.), ma questa beata offre un ottimo esempio della semplice esigenza cristiana di portare avanti nel modo più generoso possibile i compiti ordinari presenti nella propria vita. Ella è inoltre testimone dello spirito riformatore che influenzò la Chiesa alla fine del XV secolo e che a volte fu più evidente tra i laici che tra i chierici.
Fonti: Il primo grande dizionario dei santi di Alban Butler /http://www.istitutoaveta.it/B.Maddalena%20Panattieri.htm
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