vescovo e patrono di Bologna (V secolo) 4 ottobre
C’è un profondo, antico legame che unisce il ricordo di San Petronio ai fedeli di Bologna, a quei cittadini, cioè, che vengono anche comunemente indicati come “Petroniani”, con termine che commenta efficacemente l’affetto dei Bolognesi per il loro Santo. Petronio fu l’ottavo Vescovo di Bologna, e visse sulla metà del V secolo. Un secolo dolente, nella storia d’Italia, per rovine, lutti e sconvolgimenti creati dalle invasioni barbariche.
La chiesa di San Petronio a Bologna
San Petronio di Bologna, nacque probabilmente da un ufficiale militare romano in Gallia all’inizio del V secolo, prima di entrare al servizio della Chiesa in Italia potrebbe aver rivestito un’importante carica civile. Una Vita del XII secolo afferma che si recò in Palestina per cercare reliquie della prima comunità cristiana, ma ciò appare molto incerto. L’ordinazione sacerdotale avvenne a Bologna o, forse, a Milano. Dal metropolita milanese, da cui allora dipendeva Bologna, fu incaricato di sostituire il defunto vescovo Felice nel 432 ed il suo episcopato si sarebbe protratto non oltre il 450.
Bologna era allora diocesi suffraganea di Milano, e perciò i Vescovi milanesi vi si fermavano spesso. Uno fu il grande Sant’Ambrogio, che vi consacrò diverse chiese, tra le quali quella dei Martiri Vitale e Agricola. Dedicò gran parte del proprio tempo a restaurare le chiese distrutte dai Goti
durante la loro invasione. Accanto a questa, il Vescovo Petronio
costruì altri edifici sacri, facendo nascere quel suggestivo complesso
di monumenti che i Bolognesi chiamano “ le sette chiese “ Godette di grande ammirazione tra i suoi contemporanei; il vescovo di Lione lo colloca sullo stesso piano dei Santi Ambrogio (7dic), Ilario di Arles (5mag) e Paolino (22giu)
Si narra che abbia fatto costruire un grande monastero all’esterno della città, verso est, dedicato a S. Stefano. Sfruttando le conoscenze acquisite in Palestina, integrò nella pianta di esso molti tratti tipici dei Luoghi Santi e ne fece poi la propria cattedrale, sicchè nacque un vero e proprio quartiere a immagine di Gerusalemme e dei suoi santuari per
meglio proporre al popolo il culto dei Santi e la devozione per i sacri
misteri. Prima di dar mano alle chiese, però, San Petronio aveva ricostruito le case dei bolognesi. E intorno alle case aveva allargato e rinforzato la cerchia delle mura cittadine.
Fu dunque un tipico esempio di saggezza e di premura, sollecito del
bene spirituale e anche materiale dei fedeli e della sicurezza
militare. Divenne così nel Medio Evo meta di pellegrinaggio per tutti coloro che non potevano raggiungere la Palestina.San Petronio come molti altri vescovi del tempo era l’unica autorità accetta e accettabile, a difesa del bene spirituale e materiale del loro gregge. La sua vita era spiritualmente intensa, presso una comunità di monaci contemplativi. Durante il suo episcopato, la città venne riordinata e la diocesi rinnovata nelle opere e nella fede.
Dopo la morte del grande Vescovo bolognese, avvenuta verso il 480,
le reliquie del Santo vennero onorate costruendovi sopra una chiesa che
divenne poi una delle più grandi e più belle della cristianità,
e che ancora costituisce il centro ideale di Bologna, benché non ne sia
la cattedrale. In seguito al ritrovamento delle reliquie di San
Petronio, scoperte agli inizi del XII secolo, fu scritta una Vita del santo “in cui leggenda e fantasia compensano la mancanza di precise informazioni” (B.T.A.).
Comunque la scoperta delle reliquie e la Vita favorirono il fiorire del culto anche al di fuori del monastero, al punto che san Petronio fu assunto come patrono di Bologna: si riteneva inoltre che colui che aveva restaurato la città dopo la devastazione provocata dai Goti ne sarebbe stato un valido difensore nella guerra contro l’imperatore Federico Barbarossa.
La nuova Gerusalemme di Bologna esiste tuttora (chiesa di S. Stefano), seppure abbondantemente modificata nei secoli.
L’attuale basilica di S. Petronio è una costruzione gotica iniziata nel
1390. Un reliquiario che si dice contenga la testa del santo vi è stato
collocato agli inizi del XVIII secolo. Nelle raffigurazioni iconografiche il santo appare generalmente nell’atteggiamento di reggere la città di Bologna sulla mano; nella chiesa di S. Domenico a Bologna si conserva una statua del patrono, opera di Michelangelo.
Fonte: Il grande dizionario dei santi di Alban Butler / Santiebeati.it
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