Religioso (1853-1902) 27 ottobre
Contardo Ferrini nacque a Milano il 4 aprile 1859; suo padre, Rinaldo, era . Contardo fu un bambino precocissimo, con un grande amore per lo studio e un’altrettanta profonda devozione religiosa, nutrita dalla preghiera e dalla frequente partecipazione all’eucarestia: dall’età di quattordici anni si comunicava infatti quotidianamente.
Durante gli anni dell’adolescenza
sperimentò tuttavia i consueti travagli dell’età e trovò però un valido
aiuto in don Adalberto Catena, sacerdote molto istruito. Contemporaneamente fu avviato a un serio percorso scolastico da mons. Antonio Cerani, prefetto della grande Biblioteca Ambrosiana di Milano, il quale, insegnandogli l’ebraico, lo mise in condizione di leggere la Bibbia nella lingua originale. Cerani
gli insegnò anche a non dare troppa fiducia alle informazioni di
seconda mano, anche qualora provenissero da persone colte, invitandolo
pressantemente ad «andare direttamente alle fonti della verità». Vi fu
poi un terzo sacerdote che ebbe una grande influenza su Contardo in
questo periodo: il naturalista abate Antonio Stoppani, che gli trasmise
un duraturo amore per la natura quale creazione di Dio.
VIDEO-STORIA
Nel 1876, diplomato a pieni voti. Contardo
vinse una borsa di studio per frequentare Diritto al Collegio Borromeo
di Pavia, dove seguì con grande successo gli studi. In
questo
periodo si approfondì anche la sua vita di preghiera, mentre più
difficile fu il contatto con i coetanei per la fatica a instaurare
amicizie (lo stesso soprannome con cui fu chiamato, «il S. Luigi del
Borromeo», mostra un misto di rispetto e derisione). A Pavia Contardo
volle fondare una associazione di studenti che fosse a metà strada tra
un circolo culturale, un club sociale e una confraternita religiosa; la
eresse, ponendola sotto i l patrocinio di S. Severino Boezio (23
ott.), mentre era sul punto di lasciare Pavia e durò fino al nostro
secolo. Nel complesso, comunque, si direbbe che gli ideali apostolici
coltivati in gioventù non portarono frutti evidenti, anche se alcuni
amici di lunga data, che lo iniziarono a conoscere in questi anni,
parlarono in seguito dell’influenza che il beato aveva esercitato su di
loro. Tra questi c’era il conte Vittorio Mapelli e le numerose lettere
che Contardo gli indirizzò costituiscono una delle fonti principali per
conoscere la vita e gli ideali del beato. È da far risalire a questo
periodo anche il suo amore per la poesia, soprattutto sul tema della
natura, e la sua passione per l’alpinismo, attività in cui diventò
particolarmente abile.
Laureatosi nel 1880 con una straordinaria tesi sui principi di diritto penale contenuti nelle opere di Esiodo e di Omero, ottenne una borsa di studio di due anni
all’università di Berlino; angosciato
dall’idea di trasferirsi in quello che considerava il centro del
protestantesimo, stilò un «programma di vita» spirituale che gli fosse
d’aiuto nel custodire una fede retta. In Germania fece amicizia,
stimandoli profondamente, con alcuni professori dell’università, fu
colpito dalla forza degli studenti cattolici e «nauseato alla vista di una città così corrotta».
Si inserì nella locale Conferenza di San Vincenzo de’ Paoli e venne coinvolto in opere sociali e caritative. Potè così ammirare l’ottima organizzazione dei cattolici berlinesi, molto
attivi in movimenti politici e sociali, e per tutta la vita ne conservò
l’esempio prodigandosi in queste realtà (diventando anche, più tardi,
consigliere municipale a Milano). Quando arrivò il momento di lasciare
Berlino per fare ritorno in Italia, si trovò ancora incerto su quello
che avrebbe dovuto fare della propria vita, non sentendo né la vocazione
religiosa né quella al matrimonio.
Verso la fine del 1881 fece un voto privato perpetuo di celibato e di fatto si consacrò a una vita di studio e preghiera. Nel
1883 tornò a Pavia, dove insegnò all’università Storia del diritto
penale romano ed Esegesi delle fonti del diritto romano, ma la sua fama
di studioso si era già affermata (quando aveva lasciato Berlino, il
grande storico Mommsen aveva detto che per merito del Ferrini il primato
dello studio di quella materia passava dalla Germania all’Italia). Fece
ricerche nelle biblioteche di Parigi, Copenaghen, Roma e Firenze e
sviluppò una grande conoscenza delle lingue: parlava infatti
correttamente tedesco e conosceva il francese, l’inglese, lo spagnolo e
l’olandese, oltre alle lingue antiche come il latino, il greco,
l’ebraico e il siriaco, e a un’infarinatura di copto e sanscrito.
Amava moltissimo vedere la presenza di Dio nella natura e, nonostante la grande cultura, non riteneva lo studio necessario per diventare santi. Nel suo libro Un po’ d’infinito descrisse come la gente moderna avrebbe potuto entrare in rapporto più intimo con Dio: «Se qualcuno tra i nostri grandi uomini ha conosciuto e percepito Dio, domandatevi se ciò abbia avuto origine in loro durante il duro studio di questioni complicate, o non piuttosto durante la mattina trascorsa davanti all’altare, o mentre rimiravano gli ultimi raggi del sole che tinteggiavano le colline, o mentre la luna con il suo splendore illumina la statua della Vergine Maria davanti alla quale un uomo si inginocchia in dolce e pura preghiera».
Il suo amore per la bellezza del creato era veramente forte, anche se il
Come abbiamo visto, si impegnò anche in campo sociale e nel 1895 fu eletto consigliere comunale a Milano. Apprese con rammarico la decisione del papa di proibire ai cattolici italiani l’impegno politico, obiettando che con questa astensione si lasciava la legislatura in balia «delle più deplorevoli influenze». Si scagliò poi contro i mali del socialismo, difendendo apertamente e con forza la fede cristiana in un periodo in cui essa era attaccata e criticata; soprattutto si pronunciò a favore dell’indissolubilità del matrimonio cristiano e dell’educazione religiosa nelle scuole elementari. Uno dei suoi progetti che più sognava era la erezione in Italia di una università cattolica, capace di conciliare fede e scienza, e anche se tale opera fu realizzata solo alcuni anni dopo la sua morte, l’università del Sacro Cuore di Milano, inaugurata nel 1920, lo considerò ugualmente uno dei suoi principali padri fondatori. Contardo morì di tifo a Suna sul lago Maggiore il 17 ottobre 1902, a soli quarantatre anni.
Università cattolica del S.Cuore di Milano
È stato dichiarato venerabile nel 1931 e beatificato nel 1947; le sue spoglie sono conservate nella cappella dell’università del Sacro Cuore. Papa Pio XII, in
occasione della sua beatificazione, dichiarò che Contardo aveva
risposto con un chiaro «sì!» alla domanda se era ancora possibile la
santità ai giorni nostri e lo elevò a modello per tutti i laici
cattolici. Ci si potrebbe però rincrescere che la sua causa non sia
ancora giunta alla canonizzazione: quale miglior modello potrebbe
offrirsi ai cristiani di oggi di una persona dedita al proprio lavoro e
riconosciuta di grande competenza, impegnata in campo sociale e nel
servizio pubblico, e che pose sempre Dio al centro della sua esistenza.
Fonte: Il primo grande dizionario dei santi di Alban Butler
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