“Giovani senza lavoro, uno dei mali del mondo”
Dunque un papa come Francesco I non si era mai visto, aperto al dialogo con i più piccoli (addirittura attraverso telefonate) fino a lettere pubbliche come quella inviata al senatore a vita Scalfari, (la lettera di Bergoglio) Ma non si è limitata a quella, infatti in poco tempo ecco giungere anche a lui la fatidica telefonata, proprio come farebbe un amico ad un altro amico. La segretaria ti annuncia di avere il papa all’altro capo del telefono non è più un’utopia. E ormai è entrato nell’uso comune domandare al primo squillo: “Che sia Papa Francesco?”Su Repubblica è apparso il botta e risposta di Scalfari con Papa Francesco. Dopo le domande che il senatore a vita aveva pubblicato sul quotidiano in questione, ecco giungere la risposta del papa: … È venuto ormai il tempo, e il Vaticano II ne ha inaugurato appunto la stagione, di un dialogo aperto e senza preconcetti…”
La telefonata a Scalfari, è stata solo l’anticipo di un’incontro che ci farà conoscere meglio alcuni pensieri e le caratteristiche di Papa Francesco. Comincia subito con il problema più urgente da affrontare: quello della disoccupazione giovanile e dell’abbandono degli anziani. Ma sembra esserci per lui una cosa ancora più grave: la mancanza di speranza per entrambi. “Senza memoria del passato e senza il desiderio di proiettarsi nel futuro costruendo un progetto, un avvenire, una famiglia? È possibile continuare così? Questo, secondo me, è il problema più urgente che la Chiesa ha di fronte a sé”.
Ovviamente il senatore non avrebbe mai pensato che fosse un problema della Chiesa quanto dello Stato, ma il nostro papa ci tiene a sottolineare: “… La Chiesa deve sentirsi responsabile sia delle anime sia dei corpi». Ammette che con il tempo questa consapevolezza è sfumata e lui ha tutte le intenzioni di dare una bella rinfrescata. Sembra che secondo Bergoglio se ogni individuo seguisse la sua naturale propensione al bene questo potrebbe già di per se cambiare in meglio il mondo.
Ma non si tratta solo di belle parole la Chiesa attraverso le missioni si sta attivando in questo senso e ci tiene a sottolineare che “… Non è proselitismo, è amore. …”
Durante la conversazione spunta fuori il termine narcisismo e il papa non teme di affermare apertamente che, coloro che hanno questo “disturbo mentale sono persone che hanno molto potere. Spesso i Capi sono narcisi.” Ma non intende solo i “capi dello Stato”, anche quelli della Chiesa affermando che “La corte è la lebbra del papato.”
Eh sì, Papa Bergoglio ha davvero le idee chiare, e nemmeno si lascia intimidire. Non teme di mettere a nudo il difetto più evidente: una Santa Sede che definisce come Vaticano-centrica e che afferma di avere tutte le intenzioni di cambiare. Oserei dire che da quel che già abbiamo avuto modo di vedere, in questi pochi mesi di pontificato il cambiamento è già in atto. “… La Chiesa è o deve tornare ad essere una comunità del popolo di Dio e i presbiteri, i parroci, i Vescovi con cura d’anime, sono al servizio del popolo di Dio. La Chiesa è questo, una parola non a caso diversa dalla Santa Sede cheha una sua funzione importante ma è al servizio della Chiesa. Io non avrei potuto avere la piena fede in Dio e nel suo Figlio se non mi fossi formato nella Chiesa e ho avuto la fortuna di trovarmi, in Argentina, in una comunità senza la quale non avrei preso coscienza di me e della mia fede“.
Ovviamente questi sono tutti argomenti molto seri ed importanti ma quanto ci piace di più sentirlo parlare di se, come farebbe una persona qualunque che ti parla del suo passato. Papa Bergoglio è soprattutto questo, un uomo semplice e diretto ed ecco quindi come risponde alla domanda circa la sua vocazione:
«…Avrei dovuto fare un altro mestiere secondo la mia famiglia, lavorare, guadagnare qualche soldo. Feci l’università. Ebbi anche una insegnante verso la quale concepii rispetto e amicizia, era una comunista fervente. Spesso mi leggeva e mi dava da leggere testi del Partito comunista. Così conobbi anche quella concezione molto materialistica. Ricordo che mi fece avere anche il comunicato dei comunisti americani in difesa dei Rosenberg che erano stati condannati a morte. La donna di cui le sto parlando fu poi arrestata, torturata e uccisa dal regime dittatoriale allora governante in Argentina».
Nonostante sia nato in mezzo alla cultura materialista del comunismo non ne è stato contagiato, anzi il conoscerlo sempre meglio gli ha fatto capire quali siano gli errori più gravi. Al contrario il nostro ex presidente nato in un clima di profondo praticato cattolicesimo non gli fu sufficiente scudo durante gli studi liceali per evitare di passare dall’altra sponda. Viene comunque presto confortato. “…il clericalismo non dovrebbe aver niente a che vedere con il cristianesimo. San Paolo che fu il primo a parlare ai Gentili, ai pagani, ai credenti in altre religioni, fu il primo ad insegnarcelo».
Se volevamo sapere quali sono i santi più amati e ai quali il nostro papa è più devoto ebbene, il Senatore a Vita è riuscito a saperlo: San Paolo, Benedetto, Tommaso e Ignazio, ma quelli che sente più vicini a lui sono Agostino e Francesco. Del primo apprezza particolarmente per quel suo sentirsi impotente di fronte all’immensità di Dio e ai compiti ai quali un cristiano e un Vescovo sono chiamati a compiere, nonostante come intuisce Agostino, è la Grazia che compie il prodigio più grande. E Papa Francesco ammette che nessuno può sapere se e di quanta grazia può essere irrorato da Dio. Di Francesco dice: “È grandissimo perché è tutto.” Ma soprattutto ama l’idea di una Chiesa povera che si prende cura degli altri, riceve aiuto materiale e lo utilizza per sostenere gli altri, con nessuna preoccupazione di se stessa. Questo è il pensiero che risulta essere più forte per Papa Francesco, l’idea che pare, dal suo incalzante dialogo non solo desiderare, ma mettere in pratica.
Sottolinea anche la grande importanza che hanno i mistici «Sono stati fondamentali. Una religione senza mistici è una filosofia». E incalza «… Il mistico riesce a spogliarsi del fare, dei fatti, degli obiettivi e perfino della pastoralità missionaria e s’innalza fino a raggiungere la comunione con le Beatitudini. Brevi momenti che però riempiono l’intera vita ».
I cristiani una minoranza? Per papa Bergoglio questo non è un problema, anzi lo definisce un punto di forza, facendo riferimento al Vangelo che parla di piccola parte di lievito per un grande risultato.
“…Ho deciso come prima cosa di nominare un gruppo di otto cardinali che siano il mio consiglio. Non cortigiani ma persone sagge e animate dai miei stessi sentimenti.
L’articolo termina con le suddette parole di Scalfari:“ Questo è Papa Francesco. Se la Chiesa diventerà come lui la pensa e la vuole sarà cambiata un’epoca.”
Tratto dall’articolo di Repubblica “Il Papa a Scalfari: così cambierò la Chiesa”Giovani senza lavoro, uno dei mali del mondo”"
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