papa e martire (222) 14 ottobre
Ciò che conosciamo della vita e della carriera di Callisto ci è narrato da Ippolito (forse da identificare con S. Ippolito, 13 ago.), autore decisamente ostile che si scontrò con il papa riguardo alla dottrina trinitaria e penitenziale e che, guidando un gruppo di oppositori, si fece anche eleggere vescovo di Roma contro Callisto. Stando dunque alla sua testimonianza, Callisto era uno schiavo posto dal suo padrone cristiano a dirigere una banca.
Avendo perduto il denaro di alcuni risparmiatori (cristiani anch’essi), fuggì da Roma, ma presto fu catturato e condannato a girare la mola (tipica tortura carceraria). Coloro che avevano perso il denaro vollero poi che Callisto fosse rilasciato perché provasse a recuperarlo, ma finì per essere nuovamente arrestato (questa volta per schiamazzi in una sinagoga, dove forse si era recato per ottenere un prestito dai giudei). Condannato a lavorare nelle miniere in Sardegna, fu tra i cristiani rilasciati dall’imperatore, per intercessione di Marcia, e più tardi riscattato dalla schiavitù.
Quando Zeffirino divenne papa nel 199, affidò a Callisto la custodia del cimitero sulla via Appia (che avrebbe poi preso il suo nome) e questo compito lo svolse molto bene.
La chiesa romana di S. Callisto, in Trastevere potrebbe trovarsi sul punto in cui sorgeva un’antica chiesa fatta edificare da Callisto stesso, su un terreno che l’imperatore concesse ai cristiani dopo averlo rifiutato ad alcuni albergatori (Alessandro Severo avrebbe dichiarato preferibile avere in quel luogo i riti di una qualsivoglia religione piuttosto che una taverna).
Fonte: Il primo grande dizionario dei santi di Alban Butler
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