Sacerdote dell’ordine dei minori (1439-1494) 28 Settembre
Martino Tomitani, nato a Feltre, vicino a Venezia nel 1439, fu il maggiore di dieci figli. Le sue doti intellettive furono presto riconosciute, ed egli ricevette una buona istruzione, recandosi poi all’università di Padova, nel 1456, per studiare legge e filosofia. Quasi subito conobbe il predicatore francescano S. Giacomo delle Marche (28 nov.), discepolo di S. Bernardino da Siena (13 mag.). Nel maggio dello stesso anno entrò nei frati minori dell’Osservanza, con il nome di Bernardino, dal nome del santo senese canonizzato di recente. L’impegno radicale e senza mezzi termini, sua caratteristica peculiare, è esemplificato da un suo commento di questo periodo su uno dei suoi grandi amori, la musica, che considerava; «non adatta per coloro che si consacravano a Dio». Fu ordinato sacerdote nel 1463 e trascorse i successivi sei anni in tutta tranquillità, studiando e pregando; poi, nel 1469,il capitolo veneziano dell’ordine lo nominò tra i suoi predicatori.Bernardino da Feltre fu uno dei grandi predicatori del XV secolo e un economista pratico anche se discusso. Grazie a lui si ebbe il primo “Monte di Pietà”. Per le sue omelie non si preparava un discorso nel modo convenzionale, ma si affidava alla preghiera. Accusato di essere troppo duro con gli ebrei, ma in realtà si scagliava contro l’usura che la maggior parte di loro praticava.
Per i successivi venticinque anni. Bernardino viaggiò per l’Italia predicando ovunque andasse; sono state conservate almeno centoventi sue omelie, perciò sappiamo che il suo stile era semplice, disadorno («l’ostentazione non porta mai niente di nuovo,» disse) e vivace. Con il trascorrere del tempo attirò un folto seguito di gente:
a Firenze e a Padova la congregazione si riversò nella piazza
principale; a Padova e Feltre tutti gli alloggi disponibili erano stati
occupati in anticipo, in occasione della sua venuta; e in un’occasione,
tremila persone si recarono da Crema a Lodi, percorrendo una distanza di
circa venti chilometri, per ascoltare due omelie di seguito. Non
aveva mezzi termini, era persino brusco, nel denunciare i fallimenti di
una società lacerata dalla guerra, dalle rivalità politiche, dalla
violenza, e dalla corruzione.
“Predica del Beato Bernardino da Feltre”
Quest’uomo fragile, in realtà, minacciato dalla tubercolosi, divenne così veemente che esistono almeno due testimonianze documentate della rottura di un vaso sanguigno. Il fatto che si fece presto dei nemici, specialmente tra le autorità, che si sentivano minacciati dalle sue critiche scrupolose, non fu un deterrente per lui, e neanche gli attentati alla sua vita. Presto alcune leggi furono abrogate o approvate come risultato del suo intervento: grazie a lui, per esempio, per la prima volta nelle prigioni gli uomini furono separati dalle donne; fu dichiarato illecito lo sfruttamento da parte del marito del denaro della moglie; le corse che si svolgevano a Brescia il 15 agosto furono abolite per gli abusi che incoraggiavano; e in diverse città le case da gioco furono chiuse.
Come Bernardino da Siena e il suo contemporaneo fiorentino, il domenicano Girolamo Savonarola, era solito organizzare enormi falò in cui bruciare ciò che chiamava «la cittadella del diavolo» (dalle carte ai dadi da gioco, dai libri licenziosi ai distintivi delle fazioni rivali che stavano causando conflitti nelle città italiane, oltre ad articoli di vestiario non necessari e frivoli). Il popolo amava questo spettacolo, e se i loro governanti erano meno entusiasti, la maggior parte di loro imparò a rispettare Bernardino e, all’occorrenza, a sfruttar il suo intervento come mediatore. Solo con le fazioni Oddi e Baglioni, costantemente in conflitto a Perugia, non riuscì a ottenere alcun
Non
si deve recare danno agli ebrei e alle loro proprietà. [...] Bisogna
donare loro giustizia e carità, poiché hanno la nostra stessa natura. Lo
ripeto ovunque [...] giacché l’ordine, i pontefici e i misericordiosi
lo richiedono allo stesso modo, ma tuttavia è vero che la legge canonica
proibisce espressamente gli affari troppo frequenti, e la troppa
familiarità con essi. Oggi nessuno ha scrupoli su questa questione, e
non posso tacere; gli usurai ebrei superano ogni limite, rovinano i
poveri e s’ingrassano a loro spese. Io, che vivo d’elemosine e mangio lo
stesso pane dei poveri, non posso restare zitto davanti a
quest’oltraggiosa ingiustizia.
Al giorno d’oggi questo discorso sembra paternalistico e in un certo senso offensivo, ma a quel tempo era relativamente progressista. Nel 1484, mettendo in pratica le sue parole e incontrando l’opposizione di alcuni frati, istituì il suo primo Monte di Pietà; il mons pietatis originale fu probabilmente fondato nel secolo precedente da un vescovo di Londra, Michele di Northborough. Bernardino lasciò mille marchi d’argento da prestare senza interessi ai poveri, che per sicurezza avrebbero dovuto depositare uno o più degli oggetti di proprietà personale. Un francescano, Barnaba da Terni, fondò una simile «agenzia di prestiti su pegno» a Perugia nel 1462, e ne furono aperti altri successivamente in Toscana, nelle Marche, e negli Stati pontifici, ma fu Bernardino che ebbe l’idea e la sfruttò per creare un’organizzazione effettiva.
Il Monte di Pietà mantovano incontrò una tale opposizione da parte degli usurai del luogo da fallire, ma dal 1484 al 1492, Bernardino ne fondò non meno di venti, ognuno amministrato da un gruppo di frati e laici (rappresentanti dei differenti rami del commercio), alcuni controllati dal municipio. Il capitale iniziale proveniva in parte da donazioni volontarie, in parte da prestiti degli usurai stessi; i profitti erano aggiunti al capitale, consentendo di ridurre il piccolo tasso d’interesse.
È INVOCATO: – per i prestiti su pegno – come protettore di bancari e Monti di Pietà
Fonti: Il primo grande dizionario dei santi di Alban Butler
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