La vita di Laura Degan raccontata dalla nonna Assunta
Tratta dal sito uff.Era il 25 febbraio del 1990 e avevi solo due anni quando i medici dissero ai tuoi genitori che avevi un male molto molto grave.[…]
il giorno 27 febbraio 1990 sei entrata per la prima volta in sala operatoria nel reparto di chirurgia pediatrica dell’Ospedale di Padova. […]Quando la tua mamma uscì, aveva le lacrime agli occhi e ci raccontò che, prima di addormentarti, ti eri voltata verso di lei e le avevi detto: “Mamma, cantami l’Ave Maria“. Anche i medici si erano commossi.[…]
Sappiamo da fonti sicure che il Santo Padre (Giovanni Paolo II) si è molto commosso nel leggere la tua storia, Lui che, il 17 agosto 1994, venticinque giorni prima che tu ci lasciassi, mentre stavi molto soffrendo, ha detto: “Ci saranno apostoli tra i fanciulli“.[…]
Ricordo con molta commozione i giorni passati accanto a te durante uno dei numerosi ricoveri per radioterapia. Tu, piccina, avevi un tubicino infilato dentro il nasetto ed eri costretta a stare in quella stanza tutta piena di raggi. Fra il tuo letto e il mio c’era un pannello che ci teneva divise: il medico mi aveva raccomandato di avvicinarmi a te il meno possibile per evitare le radiazioni. A volte avevi paura e così io ti tenevo la mano, ti leggevo le fiabe e pregavo con te. Ricordo che in un momento di tristezza mi hai detto: “Nonna vorrei tanto vederti, ma so che non puoi perché ti prendi i raggi.” In quel momento, non curandomi più delle raccomandazioni del medico, ti sono venuta vicina e ti ho abbracciato forte, forte. Piccolo angelo, quanti aghi hanno trafitto il tuo corpicino in più punti, sul viso, sulle braccia, sulle mani, sulla schiena! Eri tu che dicevi alle infermiere dove pungerti. Una volta, stanca di tutto questo, hai preso le forbici e hai tagliato il tubicino della flebo. Che paura abbiamo avuto!
[…]trapianto del midollo, avvenuto 1’8 gennaio 1993.[…]
si svolse senza problemi. Ricordo che potevamo vederti solo attraverso i vetri e comunicare con te solo per mezzo del citofono o del telefono, ma tu eri ugualmente contenta perché avevi sempre vicino la mamma che ti raccontava la favole, ti faceva giocare e pregava con te.[…]intervento di chirurgia plastica, il 16 maggio 1994 […]
La mamma, sapendo questo e vedendo le tue condizioni di salute, ha ottenuto dal parroco di anticipare il tuo Primo Incontro con Gesù Eucarestia. Avevi quasi sei anni.[…] Cara Lauretta, dal giorno della tua Prima Comunione hai desiderato ricevere Gesù tutti i giorni.[…] Solo una volta ti ho sentita dire: “Ora che ho ricevuto Gesù ho più male di prima!”.
Quella sera il parroco è uscito piangendo. Lo stesso Don Rino scrive di te: “Quello che mi sorprendeva sempre in questa bambina di pochi anni non era tanto l’atteggiamento raccolto e consapevole che assumeva nel ricevere l’Eucarestia, quanto invece il silenzio e la solitudine che voleva attorno a sè: chiedeva di rimanere sola, di non essere disturbata. Certe cose non si percepiscono se non nel silenzio e con gli occhi del cuore.
[…]ad un tratto hai alzato gli occhi verso il cielo e hai esclamato forte: “Guarda, un Angioletto! Vedo un Angelo!“. Noi presenti non lo vedevamo e tu ne eri molto meravigliata. Ricordo che ti sei chinata un po’ e hai detto ancora: “Ma come non lo vedete, se io lo vedo? Guardatelo lì!” e facevi segno con la manina verso l’alto. Poi ce lo hai descritto dicendo: “E’ piccolo come il mio fratellino Marco, biondo come il cuginetto Gabriele, tutto ricciolino, vestito di bianco e con le ali trasparenti“. Da allora, cara Laura, Lo hai visto altre volte e hai parlato con Lui. Alla mamma che ti chiedeva che cosa vi dicevate, rispondevi: “Tu parla con il tuo Angelo; io parlo con il mio!”. Cara nipotina, ora tu sei sempre insieme a Lui: ti prego, prendilo per mano e, insieme, custodite il tuo fratellino Marco, il cuginetto Gabriele e tutti noi!
[…]Cara Laura, desideravi così tanto andare dove appare la Madonna, che la mamma, nel giro di poche settimane, nei mesi di giugno e luglio del 1994, ti ha accompagnata due volte a Medjugorje. Ricordo che, la sera precedente la tua seconda partenza, ti sei affacciata alla finestra e hai detto che c’era l’Angioletto; quindi ti sei rivolta a Lui e Gli hai chiesto: “vieni anche tu domani a Medjugorje con me?”. Ti disse “sì”.
Durante il viaggio di ritorno dicevi di vederlo attraverso i vetri del pullman. In quell’ultimo viaggio hai desiderato portare con te una bella statuina della Madonna di Fatima, che ti era stata donata da una cara amica: ora quell’immagine si trova vicino al tuo lettino, circondata da fiori freschi e con accanto un piccolo lume sempre acceso. A Medjugorje hai incontrato la veggente Vicka, che ci ha scritto e telefonato dicendoche tu sei un Angelo del Paradiso. Sei anche salita sul monte dove hai abbracciato la grande Croce: allora il tuo visetto era già sfigurato come quello di Gesù Crocifisso.
[…]Come non ricordare la sera del primo agosto 1994! Eri a letto sola e molto sofferente quando, verso le 22.30, ti abbiamo sentita cantare. La mamma ed io siamo salite per verificare: ci sembrava impossibile che, nelle tue condizioni, avessi ancora voglia di cantare. Eppure cantavi! Cantavi l’Inno alla Madonna di Czestochowa ripetendo spesso: “Lascia che io viva vicino a Te!”. Cara stellina, non ti sei accorta subito della nostra presenza e hai continuato fino alla fine del canto. Sembravi in estasi. Quando poi ci hai notate, hai detto: “Uscite e lasciatemi sola”.
[...]già da diversi giorni non desideravi visite. Dicevi: “Verranno quando starò meglio.”. Era doloroso per te mostrare il tuo visetto sfigurato dal male. […]Cara Laura, fra il 9 e il 10 agosto del’94 hai perso la vista. Noi pensavamo che ti saresti spaventata e disperata, invece non ti sei affatto lamentata. Ci hai dato una grande lezione, eri molto più coraggiosa di noi. Desideravi che ti portassimo vicino il tuo fratellino Marco: lo accarezzavi e gli dicevi: “Giugiù, sei bellissimo!”. Ma come potevi dire così se non avevi più gli occhi? Dove trovavi quella tua grande forza? Tu piccola Laura eri illuminata, vedevi la luce di Dio! Sei nata il giorno di S. Lucia e te ne sei andata senza occhi come Lei, Santa Martire![...]
Cara Laura, una notte piangevi e dicevi di avere tanto male. Hai chiesto di spegnere tutte le luci, ma la stanza era già tutta buia. Eppure tu vedevi dei fasci di luce colorata, molto forte, che ti facevano soffrire tanto. Passato il male, hai detto: “Saranno stati gli occhi di Gesù”. Appeso al muro, sopra il tuo lettino, c’era – e c’è ancora – un quadro di Gesù Misericordioso: i fasci di luce che ti facevano tanto soffrire avevano gli stessi colori di quelli che, in quest’immagine, scaturiscono dal Suo Sacro Cuore.
[…]La notte fra il 9 e il 10 settembre ti abbiamo sentita parlare con un filo di voce. Dicevi: “Sì, sì, va bene, ho capito, va bene”. Alla mamma che ti chiedeva con chi stessi parlando hai risposto che Gesù Bambino e la Madonnina si erano seduti vicino a te e ti accarezzavano la fronte, poiché avevi tanto male. Quando però abbiamo fatto domande sul contenuto della vostra conversazione, hai detto: “E’ un segreto, non posso dirlo!”. Hai solo aggiunto che Gesù Bambino aveva 5 o 6 anni e che la Madonnina era vestita di grigio. Eri proprio una bambina molto speciale e fortunata, poiché avevi accanto in modo così particolare Gesù, la Mamma del Cielo e il tuo amico Angioletto.
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