Sondrio (Italia) 29 settembre 1504
Il santuario, meta di numerosissimi pellegrini, è situato in alta Valtellina, all’imboccatura della Val Poschiavo, a due chilometri dal confine svizzero; è raggiungibile in treno o con mezzo privato. Sorse nel luogo in cui la Madonna apparve, all’alba del 29 settembre 1504, ad un uomo di nome Mario Omodei, che si era recato in un suo orto sul Monte Folla.
VIDEO DEL SANTUARIO
Le prime notizie storiche documentate risalgono al secolo XI. Un documento del 1073 parla del castello del Dosso, costruito dalla famiglia Omodei; in seguito Tirano si costituisce in Comune, quindi è sottoposto alla Signoria dei Capitanei, dei Visconti e degli Sforza di Milano. Lodovico il Moro fortifica Tirano con una nuova cerchia di mura, con tre porte e con il nuovo castello di Santa Maria. Proprio in quel periodo, politicamente e religiosamente tanto agitato, avviene l’apparizione prodigiosa della Madonna che, con la costruzione del Santuario, rende celebre la città e l’intera regione.
Il giorno di San Michele, 29 settembre 1504, un contadino “di santa vita e religiosi costumi”, di nome Mario, della nobile famiglia degli Omodei, esce di casa prima dello spuntar del sole, per andare nella vigna a raccogliere alcuni pochi frutti, quando improvvisamente, ha l’impressione che le cime dei monti siano illuminate da una nuova strana luce.
Mentre incerto si domanda da dove provenga tanto chiarore, si sente alzare da terra e trasportare in un piccolo orticello, coltivato in quella zona solitaria. Deposto a terra, gli si presenta davanti agli occhi una fanciulla, dall’apparente età di 14 anni, o poco più, con una veste candidissima, dalla quale Mario comprende provenire la strana luce che lo avvolge. La fanciulla, circondata da una moltitudine di angeli, gli rivolge la parola, chiamandolo per nome «Mario! Mario!». Il buon Mario, rincuorato, risponde «Bene?». «Bene avrai!» riprende la fanciulla.
«Vai a Tirano, e chiedi a
quella gente di costruire, in questo luogo, una chiesa per il culto del
Signore ed in onore del mio santo Nome».A Mario, preoccupato per l’incarico ricevuto, che teme di non essere creduto dai compaesani, la fanciulla assicura che, se non crederanno, la pestilenza che al presente affligge il bestiame, si estenderà anche alla popolazione. Come segno dell’autenticità delle sue parole, gli annuncia la guarigione del fratello Benedetto che ha appena lasciato infermo. Terminato il colloquio, la visione scompare lasciando un’intensa fragranza di soavi profumi.
Fattosi giorno, Mario, colmo di meraviglia, si precipita nella chiesa parrocchiale dedicata a San Martino, nella quale i fedeli stanno assistendo alla celebrazione della prima Messa, ed annuncia loro a gran voce quanto la Madonna gli ha comunicato. Dopo un primo iniziale momento di incredulità e di incertezza, i fedeli corrono alla casa di Mario, dove constatano la guarigione del fratello Benedetto che ormai credevano morto, e che invece li accoglie, in piedi, senza febbre, con solo una leggera debolezza dovuta alla lunga malattia.
Il 25 marzo del 1505 vengono gettate le fondamenta del Santuario di Nostra Signora di Tirano, su un terreno appartenente a un capitano degli Sforza. Molte furono le grazie ricevute dalla popolazione, tanto che nella sacrestia è conservato un “libro dei miracoli” che riferisce con minuziosi particolari i prodigi avvenuti nel periodo 1504-1519.
Ma proprio in questo periodo, anche i contrasti religiosi coi Grigioni si vanno acuendo e conducono alla sanguinosa rivolta del 1620, che sfocia, la mattina del 19 luglio, nella strage dei riformati che si estende poi per tutta la Valle. La mattina dell’11 settembre gli Svizzeri prendono d’assalto Tirano. Ma i Valtellinesi, sostenuto il primo urto, escono in campo aperto e la battaglia si svolge con sorti alterne; alla fine gli Svizzeri sono sopraffatti e lasciano sul campo numerosi morti, tra i quali gli stessi comandanti. Gli storici riferiscono che in quel giorno la statua di bronzo di San Michele arcangelo, posta sulla cupola del Santuario, fu vista roteare su se stessa e brandire la spada di fuoco contro il campo avversario.
A distanza di tanti secoli, questo fatto è entrato nella viva tradizione
della gente della Valtellina e sta a significare la protezione della
Madonna che quelle popolazioni hanno sperimentato in anni di durissime e
drammatiche prove spirituali. La Madonna di Tirano si è dimostrata
ancora una volta Ausiliatrice del popolo cristiano, nella difesa della
vera fede.
Papa Pio XI, nel 1927, lo dichiarò Basilica Minore e Papa Pio XII, nel 1946, proclamò la Madonna di Tirano patrona della Valtellina.
Il santuario rappresenta la massima testimonianza dell’architettura
rinascimentale valtellinese: è a tre navate con pianta a croce latina,
due campate e cupola. Nella parte absidale si eleva l’alta torre
campanaria.All’interno si trova la Cappella dell’Apparizione, con il gruppo ligneo policromo della Vergine. Sotto l’altare una lapide reca l’iscrizione: HIC STETERVNT PEDES MARIAE (qui si posarono i piedi di Maria). L’altare su cui posa il gruppo è ricco di preziosi marmi scolpiti in stile impero, con artistici bassorilievi. Molte altre sono le opere pregevoli: affreschi, sculture, tele, intarsi e persino una statua di S. Michele Arcangelo eseguita in rame sbalzato dorato. Un maestoso organo occupa tutto l’arco sinistro del transetto, sorretto da otto colonne di marmo rosso.
Oltre alle feste mariane della liturgia si celebrano la festa dell’apparizione, il 29 settembre e la giornata dell’ammalato la prima domenica di settembre; grande è la partecipazione dei fedeli.
Don Mario Morra - RIVISTA MARIA AUSILIATRICE 2007 – 8
Fonti: http://www.donbosco-torino.it/ ; http://www.mariadinazareth.it/apparizione%20tirano.htm
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