papa e dottore della Chiesa (ca, 540-604) 3 Settembre
Suo padre, Gordiano, era un senatore romano, e la sua ricca famiglia patrizia, forse imparentata con la gens Anicia, aveva già dato due papi alla Chiesa, S. Felice II (483-492; 1 mar.) e S. Agapito I (535-536; 22 apr.).
VIDEO-STORIA
http://www.youtube.com/watch?v=Elkqdkw1_4I&list=PLC4FE42B4CA75AA2CL’istruzione di Gregorio, che probabilmente incluse una solida conoscenza del diritto, oltre che del latino e greco, sembra sia stata la migliore disponibile a quel tempo. Dopo aver completato gli studi, nel 573 circa, entrò al servizio dello stato, acquisendo una certa esperienza nell’amministrazione durante un incarico di due anni come praefeclus urbis, in altre parole amministratore della città di Roma.
Alla morte del padre nel 573, donò alla Chiesa le ricche proprietà di famiglia che aveva ereditato in Italia e in Sicilia. Dopo aver fatto donazioni generose ai poveri, fondò sei monasteri, principalmente in Sicilia, e un settimo nel palazzo di famiglia sul colle Celio a Roma, che dedicò a S. Andrea, e in cui entrò nel 574.
Nel 578, papa Benedetto I (575-579) gli chiese di lasciare il monastero per diventare uno dei sette diaconi di Roma; poi nel dicembre 579, quando la città fu assediata dai Longobardi, fu inviato dal successore di Benedetto, Pelagio II (579-590) come apocrìsiarius (nunzio) alla corte dell’imperatore Tiberio I I (578-582) a Costantinopoli, nella speranza che quest’ultimo potesse fornirgli un appoggio militaree materiale.
Richiamato a Roma nel 585 e 586, diventò abate del suo monastero, dove andò a vivere per la seconda volta. IJ suo ruolo principale, a ogni modo, sembra sia stato quello di consigliere personale di Pelagio II (579-590
Verso la fine del 589, il Tevere ruppe gli argini, distruggendo i l raccolto di cereali, e come diretta conseguenza la città fu colpita dalla peste.
Nel febbraio dell’anno seguente, Pelagio contrasse la malattia e morì. I cardinali decisero di incontrarsi per eleggere un successore, e all’unanimità scelsero Gregorio che, dato il suo desiderio di vivere il più possibile nella solitudine d i monaco, provò un genuino terrore, tanto da scrivere all’imperatore Maurizio chiedendogli di ritirare la sua approvazione.
Una delle sue prime azioni fu di fornire cibo al popolo di Roma, che stava soffrendo in quel momento per gli effetti non solo della peste, ma anche della carestia; questo richiese un’abile organizzazione e grosse donazioni.
Oltre alla carestia e alla peste, esisteva la minaccia per Roma della presenza longobarda nelle zone settentrionali. Dato che il rappresentante dell‘imperatore in Italia, a causa dell‘esarca di Ravenna, rifiutò di intervenire, Gregorio decise di affrontare lui stesso la situazione, e nel 592 concluse un trattato di pace con Ariulfo,duca di Spoleto.
Una delle sue iniziative più importanti e memorabili fu di mandare dei missionari a convertire gli anglosassoni; pensava di realizzare il futuro oltre Roma, e sin dall’iniziosembra aver patrocinato l’impresa, scrivendo in anticipo delle lettere, e facendo in modo di liberare alcuni schiavi anglosassoni per istruirli come monaci (da qui proviene il famoso detto che gli è attribuito, Non Angli sei angeli). Quando alla fine fu presa la decisione di proseguire il progetto, scelse un gruppo di quarantuno missionari guidati da S. Agostino (27 mag.), priore del monastero di S. Andrea, e con loro lasciò Roma nel 596
La prima Vita di Gregorio fu scritta in Inghilterra.Beda (25 mag.), S. Aldelmo (25 mag.) e un monaco anonimo di Whitby chiamano Gregorio in vari modi: «l’apostolo degli inglesi», «nostro padre e apostolo in Cristo» e «colui dal quale abbiamo ricevuto la fede cristiana, colui che, come loro insegnante e apostolo, presenterà il popolo inglese al Signore il giorno del giudizio».
Compose alcune delle orazioni contenute nel cosiddetto Sacramentario Gregoriano,che tuttavia fu certamente completato solo dopo la sua morte. Era particolarmente interessato alla musica liturgica, e sembra probabile che abbia svolto un ruolo importante nella codificazione e nell’arrangiamento del canto fermo, con cui il suo nome è sempre stato messo in relazione.
Le lettere di Gregorio, tuttavia, sono probabilmente l’opera più interessante che ci ha lasciato; ne esistono ottocentocinquantaquattro, indirizzate a gente di ogni livello sociale su un’ampia varietà di argomenti. Una delle opere che ebbe maggior influenza sugli scritti di Gregario è la Regola di S. Benedetto
Morì nel 604, all’età di quasi sessantacinque anni, e fu seppellito a San Pietro. Nell’epitaffio fu definito Consul Dei, e subito dopo proclamato santo.
FONTE: Il primo grande dizionario dei santi di Alban Butler
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