martiri ( ? 287) 26 settembre
Non si conosce né la data né il motivo del loro martirio, ma i riferimenti primitivi suggeriscono che sia avvenuto a Cirro, a nord di Antiochia, in Siria. Il vescovo Teodoreto di Cirro (458) li chiama «atleti illustri e martiri generosi». Una basilica costruita in quel luogo in loro onore fu il centro da cui si estese il loro culto enormemente popolare, per tutto il mondo cristiano. Si sa che un ricco pagano chiamato Rabboula abbia pregato in quel luogo nel 400 circa, fornendo perciò un’utile data di riferimento. Furono anche edificate alcune chiese in onore dei martiri, a Costantinopoli (v sec.) e Roma (VI sec), tra gli altri luoghi.Cosma e Damiano occupano una posizione preminente tra quei santi le cui leggende si estendono assai oltre a ciò che si conosce con certezza. Sono i meglio conosciuti tra gli anargyroi, vale a dire poveri (santi venerati in Oriente per il loro rifiuto di accettare denaro in cambio dei loro servizi). Il libro del “Martirologio” li definisce martiri cinque volte, ecco il perché…
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Su questo tenue fondamento si sviluppò un’abbondante letteratura agiografica con relativa iconografia, che si rafforzò con il passare del tempo. La passio fu rielaborata e furono eseguite alcune traduzioni, oltre alla produzione di raccolte di miracoli in relazione ai due martiri. Non è chiaro che relazione esatta ci sia tra le due fonti, e la situazione è ulteriormente complicata dal fatto che almeno tre coppie di martiri con lo stesso nome sono commemorate in Oriente, l’1 novembre, l’1 luglio, e il 17 ottobre, sebbene i critici ora comunemente concordino che si tratti in realtà di una sola.
In base alla leggenda dettagliata e pittoresca, Cosma e Damiano erano due gemelli nati in Arabia, studenti di scienze in Siria, e infine a Egea nella baia di Alessandretta in Cilicia, dove esercitarono la professione di medici senza ricevere compenso, e diventarono molto famosi e rispettati per la loro carità e integrità cristiana. Dato che dichiararono apertamente la loro fede (anzi, fecero il possibile per diffonderla), furono un bersaglio ovvio, allo scoppio della persecuzione: furono arrestati e portati al cospetto del governatore di Cilicia, che ordinò di torturarli e decapitati.
Secondo il Martirologio Romano, i loro tre fratelli, Antimo, Leonzio ed
Euprepio, furono martirizzati nella stessa occasione, durante la
persecuzione di Diocleziano. Dopo l’arresto e il processo i Santi furono
sottoposti a una serie di crudeli torture, nella vana speranza di farli
recedere dal loro fermo proposito. Come primo castigo fu loro inflitta la fustigazione. Poiché i carnefici non ottennero di farli apostatare, legati mani e piedi furono gettati in mare da un alto burrone con un grosso macigno appeso al collo, per facilitarne lo sprofondamento. Miracolosamente, invece, i legacci si sciolsero ed i santi fratelli riaffiorarono in superficie sani e salvi, accolti a riva da uno stuolo di fedeli festanti, ringraziando Dio per lo straordinario evento. Nuovamente arrestati, subirono altre dolorosissime prove. Condotti davanti a una fornace ardente, furono immersi nel fuoco legati con robuste catene. Le fiamme però non consumarono quelle
membra sante, che uscirono ancora una volta indenni e fu tale il timore
dei soldati che li avevano in custodia, da costringerli a fuggire
precipitosamente. Il libro del “Martirologio” che si ispira al citato
Teodoreto ci informa che “i santi Cosma e Damiano furono martiri cinque volte“. Passarono infatti per le prove
dell’annegamento, della fornace ardente, della lapidazione, della
flagellazione, per finire i loro giorni terreni col martirio nell’anno
303.
La leggenda è ulteriormente arricchita da numerosi racconti di miracoli e di altre meraviglie;
storie comuni anche alle vite di altri martiri, e non è una sorpresa
che molti miracoli riguardino le guarigioni. La loro chiesa principale a
Costantinopoli diede origine al rito della “incubazione”: i malati
trascorrevano la notte, dormendo nella chiesa, e in sogno ricevevano le
cure dei santi, che li aiutavano, applicavano unguenti, o altre
sostanze. Il primo racconto di miracoli di questo tipo risale al VI secolo, in esso è paragonata la potenza della piscina di Betsaida, a Gerusalemme, che “guarisce una persona l’anno” con quella del sepolcro di Cosma e Damiano dove “tutti i malati guariscono: la ricchezza, dunque, di questi santi è grande e inesauribile”. Cosama e Damiano sono i santi patroni, con S. Luca (18 ott.) e S. Pantaleone (27 lug.), dei dottori,
e compaiono in vari emblemi e sigilli corporativi. Il culto di SS.
Cosma e Damiano fu introdotto per la prima volta a Roma durante il
pontificato di S. Simmaco (498-514; 19 lug.), responsabile della sua
inclusione in un oratorio vicino alla basilica in loro onore, centro di
diffusione del culto. Esistono inoltre molte dedicazioni all’estero, in
particolare in Grecia e in Europa orientale. Cosma e Damiano sono citati nel Canone Romano della Messa (la prima preghiera eucaristica).SONO INVOCATI: -contro calcoli renali, enterite, idropsia, malattie della gola, peste, tigna, incontinenza urinaria nei bambini. – come protettori di barbieri, chirurghi, dentisti, farmacisti, medici e ospedali.
Fonti: Il primo grande dizionario dei santi di Alban Butler /http://www.brattiro.net/SS%20COSMA%20E%20DAMIANO/la_vita_dei_santi_medici_cosma_e.ht
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