abate (ca. 710) 1 settembre
Santo Egidio (Giles, Gilles) è uno di quei santi la cui immensa popolarità si fondava su informazioni tutt’altro che certe riguardo gli eventi della sua vita. Fu uno dei santi più amati e conosciuti del Medio Evo……tuttavia si può affermare con sicurezza solamente che nacque probabilmente nella prima metà del VII secolo (le date variano dal VI all’VIII sec), e che costruì un monastero sulle terre donategli a tal scopo da un certo re Wamba (o Flavio) nel 673 circa, nell’attuale Saint-Gilles, vicino ad Arles, in Provenza, dove il suo sepolcro divenne meta di pellegrinaggio, sia perché costituiva una sosta sulla strada per San Giacomo di Compostella e la Terra Santa, sia in quanto luogo sacro riconosciuto.
VIDEO-STORIA
http://www.youtube.com/watch?v=L45hX6zu9l8&list=PLC4FE42B4CA75AA2CLa sua leggenda è stata descritta in una biografia del X secolo, basata liberamente su notizie tratte dalle Vite di altri santi e considerata inattendibile per quanto concerne i fatti narrati. Secondo la leggenda, Egidio era nato ad Atene e divenne famoso alla morte dei genitori per le donazioni generose e i miracoli; si narrava che avesse guarito un mendicante ammalato donandogli il suo mantello, un gesto che ricorda quello di S. Martino di Tours (11 nov.). Stanco di questa fama, e della prosperità che lo aveva spinto in primo luogo a donare tutti i suoi beni temporali, partì da Atene, navigando verso Occidente finché raggiunse Marsiglia. Dopo aver trascorso due anni con S. Cesario (27 ago.) ad Aries, (questa è una delle incompatibilità principali, dal momento che Cesario morì nel 542), divenne eremita in un bosco vicino a Nimes, non lontano dalla foce del Rodano.
A questo punto la biografia racconta una storia, tipica di alcuni santi: mentre viveva da solo nel bosco, Egidio si nutriva del latte di una cerva, cui poi diede la caccia re Wamba (o Flavio) e il suo seguito di cacciatori. In quest’occasione, e poi successivamente, la cerva si rifugiò nella grotta di Egidio, e i cani cessarono l’inseguimento. Incuriosito, il re, accompagnato da un vescovo, seguì i cacciatori, uno dei quali scoccò una freccia nei cespugli dove la cerva era scomparsa. Ispezionando ulteriormente il luogo, scoprirono che non era stata colpita la cerva, ma Egidio,che accettò le loro scuse, ma rifiutò l’aiuto e i doni che gli offrirono. Il re, tuttavia, continuò a fargli visita e alla fine accettò di devolvere il denaro alla fondazione di un monastero, a patto che Egidio assumesse l’incarico di abate. Appena il convento fu costruito, vicino alla grotta di Egidio, il monastero accolse una congregazione, che, secondo la leggenda, attirò l’attenzione di un altro governante (erroneamente identificato con Carlo Magno, nato solo nel 742 circa), che richiese Egidio come consigliere spirituale.Anche se il re seguiva i suoi consigli spirituali, non riusciva, per la vergogna, a confessare un peccato particolarmente grave che aveva sulla coscienza, ma la situazione si risolse la domenica seguente, mentre Egidio stava celebrando la Messa.
Mentre pregava per il re durante il canone «un angelo del Signore [...] pose sopra l’altare un rotolo di pergamena su cui era scritto il peccato che il re aveva commesso». Egidio capì che con la sua intercessione il re sarebbe stato perdonato, se si fosse pentito e non avesse commesso ancora quel peccato in futuro, perciò, alla fine della Messa, mostrò la pergamena al re, che immediatamente si confessò e fece penitenza.
Verso la fine della vita, si narra che Egidio si recò a Roma, per raccomandare il monastero al papa, che in cambio gli assicurò la sua protezione e gli garantì i privilegi, oltre a donargli due porte di legno di cedro intagliato, che Egidio gettò nel Tevere. Non si conosce precisamente il motivo di questo gesto, ma le porte furono trasportate dalla corrente fino al mare, e poi trovate su una spiaggia vicino al monastero, quando Egidio fece ritorno in Francia.
Morì l’1 settembre, come gli era stato predetto da un sogno premonitore. Oltre a essere inconsistente e anacronistico, il racconto leggendario fa chiaramente riferimento a un certo numero di bolle papali che garantivano privilegi al monastero di Saint-Gilles, e che si sono dimostrate false. Non si può negare, tuttavia, che S. Egidio fosse molto popolare; era, per esempio, l’unico santo non martire, ad essere incluso tra i Quattordici Santi Protettori (8 ago.), un gruppo di santi (i nomi tendevano a variare da un luogo all’altro) il cui culto collettivo si sviluppò a partire dalla Renania, nel X i v secolo.
Una volta che il suo sepolcro al monastero diventò un’importante meta dipellegrinaggio, fu presto invocato come patrono dei mendicanti, dei malati di lebbra, dei portatori di handicap fisici, delle madri durante l’allattamento, dei pastori, dei fabbri e dei cavalli.Esiste una prova importante che dimostra che, anche grazie ai crociati, il suo culto si estese dalla Provenza (provincia sancti Aegidii) ad altre zone dell’Europa.
Almeno quindici luoghi in Francia, oltre a uno dei quartieri di Bruxelles, portano il suo nome. In Gran Bretagna, nella sola Inghilterra, gli furono dedicate non meno di centosessanta chiese, tra le più importanti: la cattedrale di St Giles a Edimburgo, St Giles a Cripplegate, Londra, e St Giles a Oxford dove si svolge ancora una delle due fiere della festa di S. Egidio, anche se non in forma tradizionale; l’altra, che è stata soppressa, si svolgeva a Winchester. Inoltre almeno ventiquattro ospedali sono stati chiamati con il suo nome.
Nonostante la popolarità del culto, il monastero non fu restaurato dopo il danno subito durante le crociatecontro gli albigesi nel XIII secolo, e alla fine del Medio Evo era ridotto in povertà. Va detto che ciò fu anche causato dai monaci, che si affidarono troppo alle donazioni che ricevevano per il sepolcro.Le reliquie del santo non subirono danni, perché i canonici di Saint-Sernin a Tolosa ne pretesero la maggior parte nel XIII secolo, e il resto fu portato in altri luoghi della Francia, del Belgio e della Germania.
É INVOCATO; – contro epilessia, pazzia, panico, paura- come protettore di storpi, mendicanti, lebbrosi, portatori di handicap, pastori, fabbri e cavalli
FONTE: Il primo grande dizionario dei santi di Alban Butler
Nessun commento:
Posta un commento