DIO NON VIENE MAI MENO
Dalle opere di San Giovanni della Croce
(Cantico spirituale B, Strofa I, 8)
«È grande conforto per l’anima sapere che Dio non le viene mai meno, anche se essa è in peccato mortale; quanto meno Egli abbandonerà quella che è in grazia! Che vuoi di più, o anima, e perché cerchi ancora fuori di te,
dal momento che hai dentro di te le tue ricchezze, i tuoi diletti, la
tua soddisfazione, la tua abbondanza e il tuo regno, cioè l’Amato, che
tu desideri e brami? Gioisci e rallegrati pure con Lui nel tuo raccoglimento interiore, perché lo hai così vicino! Qui desideralo, adoralo, senza andare a cercarlo altrove,
poiché ti distrarresti, ti stancheresti senza poterlo né trovare né
godere con maggiore certezza e celerità, né averlo più vicino che dentro
di te. Vi è un’unica difficoltà e cioè che, pure essendo dentro di te, se ne sta nascosto; però è già molto se si conosce il luogo dove sta nascosto per cercarlo con la certezza di trovarlo.»CERCARE DIO
(Cantico spirituale B, Strofa 3, 2)
«L’anima fa capire che per trovare davvero Dio non basta soltanto pregare con il cuore e con le labbra, neppure con l’aiuto altrui, ma è necessario che anch’essa da parte sua faccia tutto ciò che può, perché Dio suole stimare più un’opera sola propria di una persona che molte fatte da altri per lei. Perciò, ricordando qui le parole dell’Amato: Cercate e troverete (Luca 11,9), l’anima stessa risolve di andarne in cerca,
per mezzo della sua opera, per non restare delusa nella ricerca, come
accade a molti, i quali vorrebbero che Dio non costasse loro più che
pronunziare una parola, e anche ciò fatto malvolentieri e non vogliono
fare niente che costi loro un po’, tanto che ad alcuni dispiace perfino
di alzarsi da un luogo dove stanno comodamente. In tal modo vorrebbero
che il sapore scendesse sulle loro labbra e nel cuore senza muovere un
dito e senza mortificarsi rinunziando a qualche loro gusto, consolazione
e voglia inutile. Ma finché non usciranno in cerca dell’Amato, per quanto gridino a Dio, non lo troveranno. Anche la sposa dei Cantici lo cercava così, ma non lo trovò finché non uscì per cercarlo (3, 1-2). E soggiunge di averlo trovato dopo aver sofferto alcuni travagli (3, 4). Chi dunque cerca Dio volendo rimanere nei propri gusti e nelle proprie comodità, lo cerca di notte e quindi non lo trova.
Colui invece che lo cerca mediante le buone opere e l’esercizio delle
virtù, lasciando il letto dei suoi gusti e dei suoi piaceri, lo cerca di
giorno e quindi lo trova, perché ciò che è introvabile di notte, si
scopre di giorno.»
LE BUONE OPERE
(Cantico spirituale B, Strofa 29, 3)
«Quelli che sono molto attivi e che pensano di abbracciare il mondo con le loro prediche e con le loro opere esteriori ricordino che sarebbero di maggior profitto per la Chiesa e molto più accetti a Dio, senza parlare del buon esempio che darebbero, se spendessero almeno metà del tempo nello starsene con Lui in orazione, anche se fossero giunti ad un’orazione alta. Certamente allora con minor fatica otterrebbero più con un’opera che con mille per il merito della loro orazione e per le forze spirituali acquistate in essa, altrimenti tutto si ridurrà a dare vanamente colpi di martello e a fare poco più che niente, talvolta anzi niente e anche danno. Dio non voglia che il sale diventi insipido, poiché allora quantunque sembri che produca all’esterno qualche effetto buono, di fatto non fa niente, essendo certo che le buone opere non si possono fare se non in virtù di Dio.»
IL DISTACCO
(Salita del Monte Carmelo, Libro 2, Capitolo 7, 3)
«Nostro Signore soggiunge che la via della perfezione è stretta. Con questa espressione egli vuole insegnarci come l’anima che desidera avanzare in questo cammino deve non solo entrare per la porta angusta liberandosi dai beni sensibili, ma anche restringersi, espropriandosi e sbarazzandosi completamente anche di quelli spirituali.
E così possiamo riferire alla parte sensitiva dell’uomo quanto Nostro
Signore dice della porta angusta, e a quella spirituale e razionale ciò
che egli afferma intorno alla via stretta. La causa di ciò che egli
dice: pochi sono coloro che la trovano, va ricercata nel fatto che poche sono le anime le quali sappiano e vogliano entrare in questa estrema nudità e perfetto vuoto di spirito. Poiché
questo sentiero che conduce al sublime monte della perfezione sale
verso l’alto ed è stretto, non può essere affrontato che da viandanti i
quali non portino carichi che li aggravino secondo la parte inferiore e
pesi che siano loro di impedimento per quanto riguarda quella
superiore. Giacché si tratta di un impegno in cui si cerca e si guadagna solo Dio, Dio solo si deve cercare e guadagnare.»
AVVISI E SENTENZE
- Colui che vuole restare solo senza il sostegno di un maestro e di una guida, è come un albero solo e senza padrone in un campo, i cui frutti, per quanto abbondanti, verranno colti dai passanti e non giungeranno quindi alla maturità. (A 5)- Chi cade da solo, solo resta nella sua caduta e tiene in poco conto la propria anima, poiché l’affida a se solo. (A 8 )
– Dio desidera da te piuttosto il più piccolo grado di purezza di coscienza che tutte le opere che tu potrai compiere. (A 12)
– Dio stima di più in te l’inclinazione all’aridità e alla sofferenza per amor suo, che tutte le meditazioni, le visioni e le consolazioni spirituali che tu possa avere. (A 14)
– Rinnega i tuoi desideri e troverai quello che il tuo cuore desidera. Che sai tu se il tuo appetito è secondo Dio? (A 15)
- Non ti mostrare alle creature, se nella tua anima desideri conservare chiara e semplice la faccia di Dio. Piuttosto vuota e distacca del tutto il tuo spirito da quelle e camminerai sotto la divina luce, poiché Dio non è simile ad esse. (A 25)
– Tu non troverai quello che desideri o maggiormente brami, né per questa tua strada né per quella dell’alta contemplazione, ma in una grande umiltà e sottomissione di cuore. (A 37)
- Fai un patto con la tua ragione di compiere quanto ella ti dice nel cammino di Dio: ciò presso di Lui ti varrà più di tutte le opere che fai senza tale riflessione e di tutti i gusti spirituali che tu desideri. (A 41)
– Prendi Dio per sposo e amico con cui stare sempre; non peccherai, saprai amare e le cose necessarie ti andranno prosperamente. (A 65)
– Entri nel suo intimo e lavori alla presenza dello Sposo, il quale è sempre presente e le vuole bene. (S 11)
– Abbia in cuore la forza contro tutte le cose che vorrebbero condurla a ciò che non è Dio e sia amica della passione di Cristo. (S 16)
- L’anima che cammina nell’amore non annoia gli altri né stanca se stessa. (S 18)
- Il Padre pronunciò una parola, che fu suo Figlio e sempre la ripete in un eterno silenzio; perciò in silenzio essa deve essere ascoltata dall’anima. (S 21)
- Per innamorarsene, Dio non posa lo sguardo sulla grandezza dell’anima, ma sulla grandezza della sua umiltà. (S 24)
- L’amore non consiste nel provare grandi sentimenti, ma nell’avere grande nudità e nel patire per amore dell’Amato. (S 36)
- Semplificarsi per cercare Dio:
la luce che nelle cose esteriori è utile per non cadere, nelle cose di
Dio è il contrario, di modo che in esse è meglio che l’anima non veda e
possederà in tal modo maggior sicurezza. (S 54)
L’AMORE SILENZIOSO
Ciò che manca non è né la parola né lo scritto, ma il silenzio e l’azione. Infatti, oltre tutto, le parole distraggono, mentre il silenzio e l’azione raccolgono lo spirito e lo rinvigoriscono. Perciò appena una persona conosce ciò che le è stato detto per il suo profitto, non ha più bisogno di pronunciare né di ascoltare parole, ma di agire davvero con silenzio e con cura, in umiltà, carità e disprezzo di sé, senza andare subito in cerca di novità, ricerca che serve solo a soddisfare l’appetito in cose esteriori (senza poterlo saziare) e a rendere lo spirito fiacco e vuoto, privo di ogni virtù interiore. La maggiore necessità che abbiamo è quella di tacere con l’appetito e con la lingua dinanzi a questo Dio, il cui linguaggio, che Egli solo ode, è l’amore silenzioso. [Lettera alle Carmelitane Scalze di Beas, 22 novembre 1587]Fonte: Mistica.Info a cura di Antonello Lotti
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