SANTO STEFANO
Primo martire (ca. 36) 26 dicembre
Tutto ciò che sappiamo di Stefano, primo diacono e primo martire, è tratto dal Nuovo Testamento; era ebreo, probabilmente uno degli ellenisti della dispora. Il suo nome, Stephanos, in greco significa “corona” oppure “re”.
VIDEO-STORIA
Gli ellenisti erano giudei che non provenivano dalla Palestina e possedevano a Gerusalemme le loro sinagoghe, in cui leggevano la Sacra Scrittura in greco. Gli ebrei, inclusi i dodici apostoli , erano originari della Palestina, e nelle loro sinagoghe la Scrittura veniva letta in ebraico. Stefano appare inizialmente nel sesto capitolo degli Alti degli Apostoli. Vi erano molti convertiti; e sorsero dissensi fra gli ebrei e i nuovi arrivati: gli ellenisti si lamentavano che le loro vedove (e probabilmente i poveri e i bisognosi, in genere) venissero trascurate nella distribuzione quotidiana di cibo.
Gli
apostoli convocarono allora i discepoli e dissero loro che non era
giusto trascurare la parola di Dio per il servizio delle mense, e a
questo scopo proposero di eleggere alcuni diaconi, «sette uomini di buona reputazione, pieni di Spirito e di saggezza». Stefano viene nominato per primo e descritto come un «uomo pieno di fede e di Spirito Santo».
Gli apostoli, dopo aver pregato, imposero loro le mani. Secondo il
racconto degli Atti degli Apostoli, sembra che i sette diaconi abbiano
avuto doveri simili a quelli degli apostoli, il ministero della
predicazione e del battesimo; è improbabile inoltre che il compito della
distribuzione del cibo sia stato lasciato interamente agli ellenisti.
Dati i dissensi che tale attività aveva
suscitato, probabilmente sarebbe stato meglio farla svolgere da un
gruppo formato sia da greci sia da ebrei. Sembra che i sette diaconi siano serviti a uno scopo differente:costituire un gruppo di autorità per la comunità ellenista, pari a quello dei dodici apostoli per gli ebrei.
Stefano «intanto, pieno di grazia e di potenza, faceva grandi prodigi e miracoli tra il popolo»,
ma parlava con tale forza che suscitò l’opposizione degli anziani di
alcune sinagoghe. Dato che con la discussione non riuscirono a ottenere
nulla da lui, essi lo accusarono di bestemmia. Stefano fu denunciato al sinedrio ed arrestato. L’accusa principale era di aver detto che Gesù il Nazareno avrebbe distrutto il Tempio e sovvertito i costumi tramandati da Mose.
VIDEO DEL MARTIRIO DI SANTO STEFANO
Stefano
ebbe il permesso di parlare, e infatti si difese in modo eloquente e
saggio, in base a quanto si legge in At 7, 2-53: Abramo, padre e
fondatore della loro nazione, ricevette l’ordine di stabilirsi in una
terra straniera, di erigere un tabernacolo, ma apprese che ci sarebbe
stata una nuova legge e che il Messia sarebbe giunto in Israele, che
Salomone aveva costruito il Tempio, ma che Dio non abitava in
costruzioni fatte da mano d’uomo. Il suo discorso esprime appieno la
polemica contro il Tempio, che divenne in seguito una caratteristica di
alcuni tra i primi gruppi cristiani. Il Tempio, un enorme complesso di
edifici, era il centro commerciale e religioso di tutto il giudaismo.
Stefano terminò il suo discorso,definendo il popolo “uccisore” per ciò che aveva fatto al Messia quando era venuto:
“O gente testarda e pagana
nel cuore e nelle orecchie, voi sempre opponete resistenza allo Spirito
Santo; come i vostri padri, così anche voi. Quale dei profeti i vostri
padri non hanno perseguitato? Essi uccisero quelli che preannunciavano
la venuta del Giusto, del quale voi ora siete divenuti traditori e
uccisori; voi che avete ricevuto la legge per mano degli angeli e non
l’avete osservata.”I suoi ascoltatori si infuriarono e digrignarono i denti per la rabbia. Stefano, pieno di Spirito Santo, fissando gli occhi al cielo disse: «Ecco, io contemplo i cieli aperti e il Figlio dell’uomo che sta alla destra di Dio». I membri del consiglio urlarono e si turarono le orecchie. Lo trascinarono poi fuori della città e cominciarono a lapidarlo. Stefano implorò il Signore Gesù, poi «piegò le ginocchia» e chiese a Dio di perdonare i suoi uccisori. «Detto questo, mori.»
Sembra
sia stata un’esecuzione giudiziaria e non un atto di violenza della
folla, perché ci furono dei testimoni che videro un giovane di nome
Saulo incaricato di custodire i suoi abiti. Solitamente i giudei non
avevano diritto di giustiziare i prigionieri senza l’approvazione delle
autorità romane, gli eventi però possono essere avvenuti durante
l’interregno fra i governatori, nell’anno 36, dopo che Ponzio Pilato
aveva ultimato il suo incarico. Il corpo di Stefano fu in seguito raccolto da devoti che lo seppellirono e ne piansero la morte.
Seguì una massiccia persecuzione di cristiani e
molti fuggirono da Gerusalemme. Probabilmente la maggior parte di loro
era ellenista: certamente gli apostoli non lasciarono Gerusalemme e
rimasero indenni. Il giovane Saulo, che aveva pienamente approvato il
martirio di Stefano, si impegnò nella distruzione totale della Chiesa
fino al giorno in cui udì la voce di Cristo sulla via di Damasco. L’opera del primo martire fu così portata avanti da S. Paolo, il grande apostolo dei gentili.
Secondo Duchesne, la festività di S. Stefano risale a “molto tempo prima della scoperta della sua tomba, che avvenne nel 145”.
S. Stefano è il patrono di molte chiese, incluse alcune cattedrali
francesi come Bourges, Sens e Tolosa. In Inghilterra gli sono dedicate
quarantasei chiese antiche, la maggior parte costruite dopo la conquista
normanna.
Secondo una tradizione dai contenuti leggendari, nel 415 un sacerdote di nome Luciano ritenne di aver trovato il corpo di Stefano vicino a Gerusalemme dopo aver avuto in sogno l’indicazione del luogo della
sepoltura. La tradizione si diffuse ben presto nel mondo latino e greco
e si ebbe una vasta proliferazione di reliquie erroneamente attribuite a
Stefano, ma che ne diffusero in maniera straordinaria il culto. In
particolare, una parte di queste reliquie venne portata a Minorca, nelle
Baleari, e nell’occasione i cristiani dell’isola, forse per desiderio
di vendicare la morte del martire, diedero vita a una feroce persecuzione contro gli Ebrei ivi residenti.
Le storie avventurose del ritrovamento del corpo, della sua prima
traslazione a Costantinopoli e della seconda traslazione a Roma, sono
lungamente raccontate nella Legenda Aurea (cap. CXII, L’invenzione di Santo Stefano Protomartire) la raccolta medievale di Iacopo da Varazze detta anche Legenda sanctorum.
Il frate domenicano Iacopo, beato, scrittore sacro e storico (Varazze
tra il 1228 e il 1230 – Genova 1298), arcivescovo di Genova dal 1292,
compose numerose raccolte di sermoni e un Liber Marialis (1295). La sua opera maggiore, scritta in gioventù, è la Legenda sanctorum (forse 1255 o 1266), più nota col titolo che ebbe nel volgarizzamento trecentesco di Legenda aurea,
una raccolta di vite di Gesù Cristo e dei santi, secondo l’ordine
liturgico, narrate e commentate con ingenua e favolosa drammaticità. Di
grande interesse è anche il Chronicon Ianuense, una storia di Genova dalle origini al 1295.Per il fatto di essere stato il primo dei martiri cristiani, la sua festa liturgica si celebra il 26 dicembre, cioè immediatamente dopo il Natale che celebra la nascita di Cristo. Ilcolore della veste indossata dal sacerdote durante la Messa in questo giorno è il rosso, come in tutte le occasioni in cui si ricorda un martire.
E’ invocato: contro l’emicrania e le malattie della testa, come protettore di cavatori, selciatori, lastricatori e piastrellisti.
Fonti: Il primo grande libro dei Santi di Alban Butler / www.summagallicana.it/
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