I SANTI INNOCENTI
(anno della nascita di Gesù Cristo) 28 Dicembre
Re Erode, che governava il popolo ebraico durante il dominio romano, ai tempo della nascita di Gesù, proveniva dall’Idumea (non era un giudeo della casa di Davide o Aronne, ma un discendente di popoli entrati a far parte del popolo ebraico con la forza e vassallo dell’impero di Roma).La festa di questi Santi Innocenti, che in Oriente vengono semplicemente chiamati Bambini Santi, sono venerati come martiri che morirono non solo per Cristo, ma effettivamente al posto di Cristo.
Quando apprese che era nato ” il re dei giudei” e che uomini saggi erano arrivati dall’Oriente per onorarlo, temette per il suo trono. Radunò i sacerdoti e gli scribi e chiese loro di scoprire il luogo di nascita del Messia, predetto dai profeti, ed essi risposero:«Betlemme di Efrata»
(Mic 5, 1). Quindi, segretamente, interrogò i Magi, esaminò i loro
movimenti e le intenzioni, e in fine li lasciò andare con l’ordine di
tornare a lui per riferirgli dove si trovava il neonato; ma i Magi
ricevettero nel sonno l’avvertimento di non tornare da Erode, quindi
ripresero il cammino verso il loro paese, seguendo una diversa
direzione. Giuseppe, poi, temendo per l’incolumità del figlio, portò Maria e Gesù in Egitto, dove rimasero fino alla morte di Erode (Mt 2,12-5). Erode, dopo aver capito che i tre saggi non gli avrebbero fatto sapere dov’era il bambino, ordinò che venissero uccisi tutti i bimbi maschi sotto l’età di due anni della regione di Betlemme. Questo rispecchiava la profezia di Geremia: «Una voce si ode da Rama, lamento e pianto amaro: Rachele piange i suoi figli, rifiuta di essere consolata perché non sono più» (Ger31, 16).
Probabilmente
non fu un massacro su larga scala: in un villaggio piccolo come
Betlemme non possono esserci stati molti bimbi maschi rientranti in
quella fascia di età. Una simile azione era comunque attinente al
carattere di Erode il Grande: verso la fine della sua vita diventò molto sospettoso verso i vari pretendenti al trono e sicuramente sarebbe stato disposto a eliminarli tutti. Giuseppe dice di Erode:
«Era un uomo che dimostrava grande crudeltà verso il prossimo». Si dice che il numero delle vittime della sua ira sia stato elevato: la liturgia bizantina parla di quattordicimila morti; nei menologi siriani il numero sale a sessantaquattromila vittime, ma in realtà queste cifre possono essere state esagerate. Il racconto di Matteo non è un semplice resoconto degli eventi: vuole creare un parallelo fra l’infanzia di Gesù e quella di Mosè, data la somiglianza del destino degli Innocenti e quello dei bambini ebrei uccisi per ordine del faraone nel periodo in cui nacque Mosè (Es 1,13-22).
La festa di questi Santi Innocenti, che in Oriente vengono semplicemente chiamati Bambini Santi,
è stata osservata dalla Chiesa fin dal V secolo. Nella Chiesa
occidentale fin dal VI secolo sono stari commemorati il 28 dicembre.
Sono venerati come martiri che morirono non solo per Cristo, ma effettivamente al posto di Cristo.
Nel Geronimiano, vengono chiamati «i santi bambini innocenti» e nel
calendario di Cartagine semplicemente «gli infanti». Il poeta spagnolo
Prudenzio scrisse in loro onore il suo Inno all’Epifania, in un brano che inizia con queste parole:
Salvete flores martyrum:
Osanniamo i dolci fiori del martirio,
Troncati all’alba della loro vita,
Ed infranti dal nemico di Cristo,
Come boccioli di rosa in una turbinosa tempesta […]
Fra i fiumi di sangue
Di teneri bimbi della stessa età.
Unico, il Figlio della Vergine si salvò
Dalla spada che trafisse i cuori delle madri.
Questi primi martiri di Cristo vengono rappresentati nella loro semplicità, mentre giocano presso l’altare di Dio con le corone e i rami di palma donati loro come ricompensa. Beda dedicò loro un lungo inno; in Inghilterra la loro festa fu ufficialmente chiamata Childermas. Sono venerati in particolare a Betlemme, dove i frati francescani e i bimbi del coro, nella cripta della chiesa della Natività, rendono onore al loro altare cantando l’inno di Prudenzio, tratto dalle Laudi della Festa.
Nella stessa cripta sono conservati alcuni piccoli sarcofagi in pietra che vengono attribuiti ai bambini innocenti.
Tra le curiose manifestazioni ricordiamo
quella di far scendere i canonici dai loro stalli al canto del versetto
“Deposuit potentes de sede et exaltavit humiles”. Da questo momento i
fanciulli, rivestiti delle insegne dei canonici, dirigevano tutto
l’uffìcio del giorno. La nuova liturgia, pur non volendo accentuare il
carattere folcloristico che questo giorno ha avuto nel corso della
storia, ha voluto mantenere questa celebrazione, elevata al grado di
festa da S. Pio V, vicinissima alla festività natalizia, collocando le
innocenti vittime tra i “comites Christi“, per circondare la culla di Gesù Bambino dello stuolo grazioso di piccoli fanciulli, rivestiti delle candide vesti dell’innocenza, piccola avanguardia dell’esercito di martiri che testimonieranno col sangue la loro appartenenza a Cristo.
SONO INVOCATl: – come protettori di bambini e trovatelliFonti: Il primo grande libro dei Santi di Alban Butler / Santi e Beati.it
Nessun commento:
Posta un commento