vescovo (IV sec.) 6 dicembre
San Nicola è stato profondamente venerato nei secoli, e gli sono stati dedicati molti altari e chiese. Si dice che sia nato a Patara in Licia, una provincia dell’Asia Minore. Mira, la capitale,era un sede episcopale, e Nicola fu eletto vescovo, e ben presto diventò noto per la grande misericordia e lo zelo religioso.
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I racconti greci della sua vita concordano che fu imprigionato nell’ultima fase della persecuzione iniziata da Diocleziano e che era presente al concilio di Nicea, dove condannò l’arianesimo. Si dice anche che sia morto a Mira e sia stato sepolto nella sua cattedrale. E’ certo che fu vescovo di Mira e che le presunte reliquie, sottratte da alcuni mercanti italiani nel 1087, ora riposano a Bari. Nonostante esistano molti racconti della sua vita e attività, il primo fu scritto quasi cinquecento anni dopo la morte. Si tratta dell’opera di S. Metodio, patriarca di Costantinopoli, che morì nell’847, in cui l’autore racconta ai lettori che “fino al momento attuale, la vita di questo pastore distinto è rimasta sconosciuta alla maggioranza dei fedeli”. Molto materiale letterario, di tipo critico e narrativo, è stato raccolto insieme a fonti biografiche relativamente tarde.
La popolarità universale di San Nicola, santo patrono di Russia, Grecia, puglia, Sicilia e Lorena, oltre che di molte città e diocesi, e l’origine di “Santa Claus” (dal danese “Sint Nikolaas”), richiede un’esposizione di queste tradizioni. Si narra che i genitori morirono quando era ancora giovane, ma lo lasciarono in buone condizioni economiche. Nicola perciò decise di donare la sua eredità in beneficenza.
Una volta, dopo aver appreso che un contadino di Patara aveva perso
tutti i suoi averi e aveva spinto alla prostituzione le figlie, non
riuscendo a trovare per loro un marito, secondo la leggenda, Nicola
gettò un sacco d’oro per tre volte attraverso la finestra aperta di quell’uomo (una per ogni figlia). La terza volta fu riconosciuto come benefattore.
Un dipinto di Crivelli lo raffigura alla
finestra, mentre il padre raccoglie i sacchi d’oro, e le tre figlie
giacciono a letto. Questo racconto fu popolare per più di mille anni, e
può aver dato origine alla storia assurda di tre giovani, uccisi sepolti in una salina da un albergatore, che Nicola fece resuscitare miracolosamente: le borse d’oro dei dipinti più antichi possono essere state scambiate per le loro teste.
Si dice anche che la leggenda abbia dato origine alle tre sfere d’oro dei prestatori su pegno, tratte dal blasone della famiglia Medici. Dopo essere stato eletto vescovo di Mira, Nicola fu arrestato durante le persecuzioni, tuttavia Metodio afferma
che fu liberato e ritornò a Mira dopo l’elezione di Costantino, ma non
parla della sua presenza al concilio di Nicea del 325; altre fonti
suggeriscono che vi partecipò e che fu un sinodo burrascoso. Si dice che
abbia effettivamente colpito Ario e sia stato temporaneamente privato
del suo ufficio, oltre a essere arrestato di conseguenza. Predicò
instancabilmente contro l’arianesimo, che negava che Cristo fosse consustanziale al Padre; s’oppose anche al paganesimo ovunque lo trovasse, e amava molto la giustizia.
Intervenne con molti governanti e persino con l’imperatore Costantino
per salvare gli uomini condannati ingiustamente. I racconti concordano
unanimemente che morì e fu sepolto nella città episcopale di Mira, e che
al tempo di Giustiniano esisteva una basilica in suo onore, a
Costantinopoli. Un anonimo greco scrisse, nel X secolo:
Ovunque ci sia della gente,
in campagna o in città, nei paesi, nelle isole, nelle parti più remote
della terra, il suo nome è riverito e vengono costruite chiese in suo
onore. Tutti i cristiani, giovani e vecchi, uomini e donne, ragazzi e
ragazze, onorano la sua memoria e invocano la sua protezione. E i suoi
favori, che sono illimitati nel tempo e perdurano nei secoli, si
spandono su tutta la terra: li conoscono gli sciiti, gli indiani e i
barbari, gli africani e gli italiani.
Quando Myra e la grande chiesa furono alla
fine conquistati dai saraceni, le città italiane entrarono in
competizione riguardo il possesso delle reliquie di San Nicola, Bari e
Venezia erano i principali contendenti, e alla fine la prima riuscì ad
ottenerlo: Nicola fu dichiarato santo patrono della Puglia, dove esistevano vaste colonie greche.
Le reliquie furono segretamente sottratte all’insaputa di custodi greci e dei loro padroni mussulmani e trasportate a Bari,
dove venne eretta una nuova chiesa per ospitare il sepolcro. Papa
Urbano II era presente al momento della sepoltura delle reliquie, e da
quel momento il sepolcro ha attratto pellegrini da tutto il mondo.
San Nicola è il santo patrono di diverse classi, inclusi i marinai, in Oriente, e i bambini, in Occidente; i marinai dell’Egeo e dello Ionio hanno la loro “stella di San Nicola” e si augurano buon viaggio vicendevolmente con la frase: “Possa San Nicola guidare il timone”.
La leggenda dei tre fanciulli ha dato origine al patronato dei bambini, oltre varie altre osservanze ecclesiastiche e secolari, come il vescovo-fanciullo e i regali di Natale. Quest’ultima non è un’usanza antica cattolica, ma sembra aver avuto origine tra i protestanti dei Paesi Bassi, e poi essere stata introdotta in America dagli immigrati olandesi ella Nuova Amsterdam. Nei Paesi Bassi si scambiano regali anche il giorno della sua festa.
In Inghilterra esistono circa quattrocento chiese dedicate a San
Nicola, figura estremamente popolare nel dramma medievale ( una
tradizione portata avanti dal Saint Nicholas di Bejamin
Britten). Le preghiere in suo onore furono composte da Anselmo e Godric;
inoltre occupa un posto importante nella tradizione liturgica
bizantina.
E’ invocato contro carestia, furti, ladri pericoli
del mare, naufragi e tempeste marine; come protettore di bambini,
nubili, donne in pericolo, ragazze da marito, artigiani, avvocati,
fabbricanti di botti, droghieri, farmacisti, marinai, naviganti,
produttori e commercianti di olio, profumieri, scaricatori, scolari,
viaggiatori, oppressi, poveri e prigionieri.Fonti: Il primo grande Dizionario dei Santi di Alban Batler
ottimo
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