SAN VUNIBALDO
Abate ( 761) 18 Dicembre
Questo santo, il cui nome venne interpretato in diversi modi, Wynnebbald, Winebald oWynbald, era il fratello di S. Villibaldo e S. Valburga. Sembra che il padre fosse S. Riccardo, nobile benestante del sud dell’Inghilterra, proveniente dalla Sassonia occidentale, talvolta chiamato “re degli inglesi”. Sebbene non ci siano prove concrete neanche a proposito del nome, si sa che lasciò la sua natia Hampshire con i suoi figli per compiere un pellegrinaggio in Terra Santa, e che poi morì a Lucca. La madre morì quando lui era ancora molto piccolo e fu allevato quindi dalla matrigna, il cui nome non ci è noto. Secondo la monaca Hugebure, che scrisse la biografia di Villibaldo, i fratelli continuarono il loro viaggio “per la vasta Italia, attraversandola con lo sguardo fisso sulle vette imbiancate dalla neve, e uscirono illesi dalle imboscate “dei soldati crudeli e arroganti” finché giunsero a Roma, dove ringraziarono Dio di essere giunti sani e salvi al sepolcro di S. Pietro, principe degli apostoli.
Nella calda e soffocante estate romana, contrassero una febbre , che Hugebure chiama “peste nera”, ma fortunatamente guarirono. Villibaldo si recò in Terra Santa, mentre Vunibaldo, che era sempre stato debole fisicamente non abbastanza forte per completare il pellegrinaggio, rimase a Roma,dove studiò per sette anni, prima di fare ritorno in Inghilterra, per radunare alcuni compagni e in seguito ritornare a Roma per dedicarsi al servizio di Dio. S. Bonifacio visitò l’Urbe per la terza volta nel 739 e chiese a Vunibaldo di partecipare all’istituzione della Chiesa in Germania. Vunibaldo lo seguì in Turingia, dove fu ordinato sacerdote e gli fu affidata la custodia di sette chiese fondate nel Sulzenbrucken, vicino a Erfurt. Quando fu ostacolato dai sassoni, estese la sua attività alla Baviera, e dopo alcuni anni di strenuo lavoro missionario tornò a Magonza da S. Bonifacio, era vescovo di Eichstatt.
Villibaldo voleva fondare un doppio monastero sul modello di Monteccassino, che era un esempio di
devozione e un centro di studio per le comunità cristiane in Germania, e
chiese aiuto a Vunibaldo e alla sorella Valburga. Quest’ultima, che era
stata educata nel doppio monastero di Wimborne (nel Dorset) con la
guida di S. Lioba, badessa di Bischofsheim, di origine inglese, era
un’esperta di medicina. Vunibaldo si recò a Heidenheim nel Wurtemberg,
dove ripulì un luogo selvaggio dagli alberi e dai cespugli evi costruì piccole celle per sé e i monaci che lo accompagnavano; successivamente costruirono un monastero separato per S. Valburga e le altre monache.
Vunibaldo ordinò di osservare la Regola di S. Benedetto in
entrambi i monasteri. Heidenheim, il primo monastero doppio della
Germania, divenne un centro di evangelizzazione e di preghiera, lavoro e
studio. Vunibaldo si salvò a stento dall’essere assassinato dai pagani ostili. Vunibaldo aveva sperato di finire i suoi giorni a Montecassino, ma a causa di una serie di malattie che lo colpirono per diversi anni, non fu in grando di affrontare il viaggio. Dopo una garbata esortazione ai monaci, morì nel 761 tra le braccia del fratello e della sorella; alla seconda fu poi affidata la guida dei due monasteri.
Nel 776 Vllibaldo fece costruire una chiesa più grande e un anno dopo
fece trasferire solennemente il corpo del fratello abate, nella nuova
cripta, confermando in tal modo il culto che era iniziato subito dopo la
morte, quando il fratello ne fece esumare le spoglie, nel 777 ed esse
erano intatte. La maggior parte delle sue reliquie disperse dal tempo della Riforma Protestante (XVI sec.), alcune sono sparse in varie città della Germania.
La città di Eichstätt annovera tra i suoi santi patroni, almeno dal
1075, i tre fratelli Villibaldo, Vunibaldo e Valburga; durante i secoli
vi sono state varie cerimonie e traslazioni che hanno visto le reliquie
dei tre fratelli, insieme esposte alla venerazione dei fedeli. S.
Vunibaldo ha un culto molto diffuso in Germania ed è patrono di tante
località, che non è possibile qui elencare; è stato anche soggetto molto
rappresentato nell’arte; innumerevoli sono i bassorilievi, busti,
pitture, reliquiari, sigilli, incisioni, statue che lo raffigurano, raramente da solo, è sempre in abiti da monaco,
a volte con il pastorale di abate o con il libro della Regola e dal
1500 anche con una cazzuola in mano, simbolo della costruzione del
monastero. Protettore di sposi e minatori.Fonti: Il grande dizionario dei santi di Alban Butler / Santi e Beati.it e Avvenire
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