sabato 13 dicembre 2014

SANTA LUCIA

SANTA LUCIA

Martire (ca. 304) 13 dicembre
Le sue reliquie viaggiarono per mezza europa diffondendone il culto. Le leggende non meno numerose ne aumentano il fascino, ma la fama di questa santa festeggiata nel giorno più breve dell’anno è il simbolo della luce che deve venire nel mondo.
Si dice che Santa Lucia sia stata siciliana d’origine, nata a Siracusa in una famiglia nobile ricca e cristiana. Desiderò dedicare la vita a Dio e donare le sue ricchezze ai poveri, ma durante la persecuzione di Diocleziano un uomo, a quanto pare un soldato romano, tentò di rapirla. Dato che la giovane oppose resistenza, il soldato la denunciò alle autorità in quanto cristiana, perciò Lucia fu arrestata, torturata e uccisa.

VIDEO-STORIA

Il martirio incomincia con la visita di Lucia assieme alla madre Eutichia, al sepolcro di Agata a Catania, per impetrare la guarigione dalla malattia da cui era affetta la madre: un inarrestabile flusso di sangue dal quale non era riuscita a guarire neppure con le dispendiose cure mediche, alle quali si era sottoposta. Lucia ed Eutichia partecipano alla celebrazione eucaristica durante la quale ascoltano proprio la lettura evangelica sulla guarigione di un’emorroissa. Lucia, quindi, incita la madre ad avvicinarsi al sepolcro di Agata e a toccarlo con assoluta fede e cieca fiducia nella guarigione miracolosa per intercessione della potente forza dispensatrice della vergine martire. Lucia, a questo punto, è presa da un profondo sonno che la conduce ad una visione onirica nel corso della quale le appare Agata che, mentre la informa dell’avvenuta guarigione della madre le predice pure il suo futuro martirio, che sarà la gloria di Siracusa così come quello di Agata era stato la gloria di Catania.
Al ritorno dal pellegrinaggio, proprio sulla via che le riconduce a Siracusa, Lucia comunica alla madre la sua decisione vocazionale: consacrarsi a Cristo! A tale fine le chiede pure di potere disporre del proprio patrimonio per devolverlo in beneficenza. Eutichia, però, non vuole concederle i beni paterni ereditati alla morte del marito, avendo avuto cura non solo di conservarli orgogliosamente intatti e integri ma di accrescerli pure in modo considerevole. Le risponde, quindi, che li avrebbe ereditati alla sua morte e che solo allora avrebbe potuto disporne a suo piacimento.
Tuttavia, proprio durante tale viaggio di ritorno, Lucia riesce, con le sue insistenze, a convincere la madre, la quale finalmente le da il consenso di devolvere il patrimonio paterno in beneficenza, cosa che la vergine avvia appena arrivata a Siracusa. Però, la notizia dell’alienazione dei beni paterni arriva subito a conoscenza del promesso sposo della vergine, che se ne accerta proprio con Eutichia alla quale chiede anche i motivi di tale imprevista quanto improvvisa vendita patrimoniale.
La donna gli fa credere che la decisione era legata ad un investimento alquanto redditizio, essendo la vergine in procinto di acquistare un vasto possedimento destinato ad assumere un alto valore rispetto a quello attuale al momento dell’acquisto e tale da spingerlo a collaborare alla vendita patrimoniale di Lucia. In seguito il fidanzato di Lucia, forse esacerbato dai continui rinvii del matrimonio, decide di denunciare al governatore Pascasio la scelta cristiana della promessa sposa, la quale, condotta al suo cospetto è sottoposta al processo e al conseguente interrogatorio. Durante l’agone della santa e vittoriosa martire di Cristo Lucia, emerge la sua dichiarata e orgogliosa professione di fede nonché il disprezzo della morte.
La vergine riesce a contrabbattere con la forza e la sicurezza di chi è ispirato da Cristo, il governatore Pascasio le infligge la pena del postrìbolo proprio al fine di operare in Lucia una sorta di esorcismo inverso allontanandone lo Spirito santo. Mossa dalla forza di Cristo, la vergine Lucia reagisce con risposte provocatorie, che incitano Pascasio ad attuare subito il suo tristo proponimento. La vergine, infatti, energicamente gli  dice che, dal momento che la sua mente non cederà alla concupiscenza della carne, quale che sia la violenza che potrà subire il suo corpo contro la sua volontà, ella resterà comunque casta, pura e incontaminata nello spirito e nella mente.
A questo punto si assiste ad un prodigioso evento: la vergine diventa inamovibile e salda  sicché, nessun tentativo riesce a trasportarla al lupanare, nemmeno i maghi appositamente convocati dallo spietato Pascasio. Esasperato da tale straordinario evento, il cruento governatore ordina che sia bruciata, eppure neanche il fuoco riesce a scalfirla e Lucia perisce per spada! Sicché, piegate le ginocchia, la vergine attende il colpo di grazia e, dopo avere profetizzato la caduta di Diocleziano e Massimiano, è decapitata.
Anche se queste storie tradizionali non hanno un fondamento storico attendibile, la sua relazione con Siracusa, oltre all’esistenza di un culto primitivo connesso al suo nome, è ben certa. Un’iscrizione del IV secolo che parla della morte di una fanciulla chiamata Euskia il giorno di Santa Lucia, esiste ancora a Siracusa. Lucia era venerata a Roma durante il VI secolo, come una delle più illustri vergini martiri che la Chiesa celebra. Il suo nome è incluso nei canoni del rito romano e ambrosiano e si trova nei più antichi sacramentari romani, nei libri liturgici greci, e nel calendario di marmo di Napoli. Le sono state dedicate chiese a Roma, Napoli e anche a Venezia. In Inghilterra due chiese antiche sono state intitolate in suo onore, e sicuramente la santa era conosciuta già dalla fine del VII secolo. S. Adelmo, vescovo di Sherborne (23 mag.), la celebrò in prosa e in versi, anche se purtroppo si basò su fonti spurie.
Probabilmente grazie al suo nome, che suggerisce la luce e la purezza (dal latino lux = Lucia), nacquero leggende su di lei, e alcune, oltre a molti dipinti, sono in relazione agli occhi. Una storia macabra racconta che si strappò gli occhi piuttosto che cedere a un assalitore, e talvolta è raffigurata nell’atto di porgerglieli.
Stranamente è la santa patrona di chi ha problemi agli occhi, e questo, secondo un’interpretazione più sottile, è perché gli occhi sono la fonte della nostra consapevolezza della luce. Il giorno della sua festa è stato per molto tempo occasione di cerimonie speciali connesse con la verginità; è il giorno più breve dell’anno ed è celebrato in particolare in Svezia, come festa della luce, con una processione di giovani donne vestite di bianco con in testa corone di candele. Il canto “Santa Lucia” celebra la sua memoria.

E’ INVOCATA: per le malattie degli occhi e contro la cecità, come protettrice di elettricisti e oculisti.

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