Madonna della Madia
patrona e protettrice della città di Monopoli (14-16 dicembre)
Le prime due testimonianze dell’approdo della venerata Icona fanno riferimento a due testi, entrambi del 1643 e sostanzialmente convergenti sulla versione dei fatti: il primo è una Historia et Miracoli della divota e miracolosa Imagine della Madonna della Madia di Francesco Antonio Glianes, arcidiacono della Cattedrale di Monopoli. L’altro, in latino, è nel primo volume della Italia Sacra di Ferdinando Ughelli, e scritto dal teologo della Cattedrale, Giovanni Francesco Cimino. Probabilmente entrambe le fonti attingevano a materiale ancora più antico, non solo orale ma soprattutto scritto (per esempio documenti pubblici dell’archivio della Cattedrale stessa).
VIDEO-STORIA
La dottoressa Fabiola Locoselli, presidente dell’associazione culturale PIETRE VIVE di Monopoli, racconta le fasi del tradizionale approdo della madonna della Madia nel porto di Monopoli attraverso il ciclo pittorico di Michelangelo Signorile conservato nella cattedrale. Inoltre tutti i “segreti” dell’Icona vengono svelati.
Secondo le fonti prima citate, l’evento miracoloso accadde nella notte tra il 15 e il 16 dicembre 1117. La Madonna, in quella notte, andò in sogno al sacrestano della cattedrale di nome Mercurio dicendogli che le travi, tanto agognate dal prelato locale, il Vescovo Romualdo, per la costruzione del tetto
della Basilica, erano al porto. Mercurio si recò allora dal vescovo per riferirgli ciò aveva sognato ma venne tacciato di ubriachezza: tornato a casa ebbe di nuovo la visione di Maria che, sdegnata, gli ripeteva le stesse parole. Ma di nuovo il vescovo lo accuso di aver esagerato con il vino la sera prima. La terza volta, dopo aver di nuovo sognato la Beata Vergine, Mercurio si recò personalmente al porto
per verificare la veridicità di ciò che aveva sognato: tornato dal
Vescovo riferì di nuovo il tutto, e questa volta Romualdo, dopo essersi
accertato anch’egli del miracoloso approdo, vestito di abiti pontificali
si recò al porto insieme al popolo, svegliato dal suono delle campane che si muovevano per mano degli angeli, e lì, sempre secondo la tradizione, l’Icona
di Maria, aleggiante sulla zattera di trentuno travi, non si lasciò
prendere ai primi due tentativi, come “rimprovero” per l’incredulità del
Vescovo. Solo dopo che per la terza volta la zattera andò verso il largo per poi riavvicinarsi, l’Icona fu presa e portata in processione fino in chiesa, mentre le campane suonavano senza che mano umana le toccasse.
Il porto che accolse nel 1117 la zattera con il quadro è adesso parte
integrante del centro storico cittadino; sabbiato dai Normanni,
all’epoca della loro dominazione, dista ora circa 100 metri dalla più
vicina banchina del porto commerciale cittadino.
Analisi del quadro e valutazione artistica
Ipotesi sull’arrivo dell’icona
- La produzione dell’icona in Italia, pur nel rispetto dei canoni bizantini, attorno al 1280.
Entrambe le ipotesi possono affiancarsi ma non oscurare la versione tradizionale in quanto non esistono prove precise che la escludono. In tutti i casi l’icona viene comunque dall’oriente, se non fisicamente, almeno in forma di cultura artistica applicata al Sacro.
Le celebrazioni in città
I festeggiamenti si svolgono la sera del 14 agosto: cittadini e turisti accorrono in gran numero presso Cala Batteria, zona del porto in cui avviene laLe celebrazioni in altri paesi
I miracoli
Le travi che hanno trasportato il quadro sono visibili nella prima cappella nella navata destra della Cattedrale, contenute intatte in una teca di vetro; solo un frammento delle travi, delle dimensioni di 50cmx15cmx50cm, è posto all’ingresso della sacrestia della Cattedrale. Dopo novecento anni risulta essere ancora al tatto fresco e vivo. Molte le attestazioni di ex voto per le grazie ricevute. È altresì provato da testimonianze scritte, presenti nella cappella dell’ex voto, che durante il secondo conflitto mondiale, laddove vi fosse un’immagine del quadro, non sarebbe avvenuto alcuno scoppio a seguito dei bombardamenti alleati. Si ricordano tra i miracoli più famosi quello del fanciullo caduto in un pozzo e miracolosamente tenuto da una misteriosaLe diverse versioni dell’immagine
Oltre alla classica raffigurazione
dell’Odegitria, sopra descritta, vi sono altre artistiche e popolari
rielaborazioni della venerata immagine della Madonna della Madia. Alcune si riferiscono ai miracoli della stessa, come quella in cui la
Madonna è posizionata davanti a due vele e con due angeli che reggono delle candele, riferimento al miracolo del salvataggio di Monopoli all’epoca dell’assedio del marchese Del Vasto, nel 1500, quando Maria apparve sul campanile respingendo le palle di cannone contro gli invasori. Altre raffigurazioni sono quelle dell’approdo, quelle del sogno di Mercurio, quelle della processione del quadro. In diverse chiese cittadine e dell’agro sono venerate le immagini della Madonna della Madia: nella cappella di San Gerardo Maiella, nel santuario di Maria Regina in contrada Antonelli, nella chiesetta di contrada Tormento e in moltissime altre chiese nel territorio.
Madonna è posizionata davanti a due vele e con due angeli che reggono delle candele, riferimento al miracolo del salvataggio di Monopoli all’epoca dell’assedio del marchese Del Vasto, nel 1500, quando Maria apparve sul campanile respingendo le palle di cannone contro gli invasori. Altre raffigurazioni sono quelle dell’approdo, quelle del sogno di Mercurio, quelle della processione del quadro. In diverse chiese cittadine e dell’agro sono venerate le immagini della Madonna della Madia: nella cappella di San Gerardo Maiella, nel santuario di Maria Regina in contrada Antonelli, nella chiesetta di contrada Tormento e in moltissime altre chiese nel territorio.
PREGHIERA
O pietosissima Vergine, l’anima mia come
tortorella gemebonda si posa ai piedi del Vostro Tabernacolo, e piena di
fiducia, riposa nel Vostro dolcissimo cuore materno le sue ansie, le
sue trepidazioni, i suoi tanti bisogni, le sue vive speranze.
Liberate, o Maria, da ogni angustia e da
ogni pericolo, e salvate quest’anima, che si gloria di essere nel numero
dei figli Vostri. E non me sola, o Madre Santissima, ma vegliando
premurosa su questo popolo che è Vostro, salvate tutti i Vostri
figliuoli presenti e lontani.
Dite, oh! sì dite al Vostro Gesù che scriva i nostri nomi nel Suo
libro della vita: diteGli, come Egli stesso un giorno disse all’eterno
Suo Padre, che nessuno perirà dei figli affidati a Voi.E nell’ora della suprema lotta fate, o Maria, che ardenti di amore, col nome di Gesù e col Vostro Santissimo nome sulle labbra, trionfanti, veniamo a benedirVi e ringraziarVi nell’eterna gloria del Paradiso.
Sancta Maria de Madia advocata nostra, ora pro nobis.
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