San Juan Diego
Guadalupe (1471-1548) 09 dicembre
Nato verso il 1474 e morto nel 1548 a Guadalupe, prima di convertirsi al cattolicesimo portava un affascinante nome azteco, Cuauhtlotatzin, che sta a significare “colui che parla come un’aquila”. Varie fonti ci tramandano i dati biografici del veggente del Tepeyac: egli e’ un macehual, cioe’ un uomo del popolo, piccolo coltivatore diretto in un modesto villaggio. Cuauhtlotatzin fu tra i primi a ricevere il battesimo, nel 1524, all’eta’ di cinquant’anni, con il quale gli fu imposto il nuovo nome cristiano di Juan Diego, e con lui venne battezzata anche la moglie Malintzin, che prese a sua volta il nome di Maria Lucia. Il neoconvertito si distingueva in mezzo agli altri per la sollecitudine nel frequentare la catechesi e i sacramenti, senza badare ai sacrifici che questo richiedeva: si poneva in cammino fin dalle prime ore del giorno per raggiungere Santiago di Tlatelolco, dove i francescani radunavano gli indigeni per catechizzarli.La storia di Juan Diego è riportata nel Nican Mopohua (“un resoconto”) scritto in lingua azteca nativa. Secondo questo resoconto, all’inizio del dicembre del 1531 (alcuni anni dopo la sconfitta dell’impero azteco da parte di Cortéz) la Madonna apparve a questo povero contadino donandogli una delle Sue immagini più misteriose al Mondo.”
Rimasto vedovo dopo solo quattro anni,
Juan Diego orienta la sua vita ancora più decisamente verso Dio:
trascorre tutto il suo tempo fra il lavoro dei campi e le pratiche della
religione cristiana, fra cui l’ascolto della catechesi impartita agli
indigeni convertiti dai missionari spagnoli. Conduce una vita esemplare
che edifica molti. Juan Diego lasciava il suo villaggio per frequentare
la Messa in un altro. Oltrepassati i piedi di una montagna chiamata
Tepeyac, incontrò una giovane donna, raggiante in una mistica nebbia dorata, che si presentò come “la sempre vergine Santa Maria, madre del vero Dio” Ella gli avrebbe chiesto di far erigere un tempio in suo onore ai piedi del colle: Juan Diego corse a riferire il fatto al vescovo Juan de Zumarrága, ma questi non gli credette.
La sera, ripassando sul colle, Juan Diego avrebbe visto per la
seconda volta Maria, che gli avrebbe ordinato di tornare dal vescovo
l’indomani. Il vescovo lo ascoltò di nuovo e gli chiese un segno che provasse la veridicità del suo racconto. Juan Diego tornò quindi sul Tepeyac ove avrebbe visto per la terza volta Maria, la quale gli avrebbe promesso un segno per l’indomani.
Il giorno dopo, però, Juan Diego non poté recarsi sul luogo delle
apparizioni in quanto dovette assistere un suo zio, gravemente malato.La mattina dopo, 12 dicembre, lo zio appariva moribondo e Juan Diego uscì in cerca di un sacerdote che lo confessasse. Ma Maria gli sarebbe apparsa ugualmente, per la quarta e ultima volta, lungo la strada: gli avrebbe detto che suo zio era già guarito e lo avrebbe invitato a salire di nuovo sul colle a cogliere dei fiori. Qui Juan Diego trovò il segno promesso: dei bellissimi fiori di Castiglia, fioriti fuori stagione in una desolata pietraia. Egli ne raccolse un mazzo nel proprio mantello di fibra di cactus (tilma) e andò a portarli al vescovo.
Di fronte al vescovo e ad altre sette persone presenti, Juan Diego aprì il mantello per mostrare i fiori: ed ecco, all’istante sulla tilma si sarebbe impressa e resa manifesta alla vista di tutti l’immagine della S. Vergine Maria. Di fronte a tale presunto prodigio, il vescovo cadde in ginocchio, e con lui tutti i presenti. La mattina dopo Juan Diego accompagnò il presule al Tepeyac, per indicargli il luogo in cui la Madonna avrebbe chiesto Le fosse innalzato un tempio e l’immagine venne subito collocata nella cattedrale. Il nome Guadalupe sarebbe stato dettato da Maria stessa a Juan Diego: alcuni hanno ipotizzato che sia la trascrizione in spagnolo dell’espressione azteca Coatlaxopeuh, “colei che schiaccia il serpente” Maria, ritratta come una giovane indiana: per la sua pelle scura ella è chiamata dai fedeli Virgen morenita (“Vergine meticcia”).
UNA PARTE DEL FILM IN ITALIANO
IL FILM IN LINGUA ORIGINALE
Una precedente leggenda spagnola
racconta l’apparizione di una Vergine ad un pastore che fu guidato da
Lei a scoprire una Sua statua lungo un fiume chiamato Guadalupe (“canale
nascosto”). Inoltre, il santuario a Tepeyac fu eretto innanzi al luogo
dove gli Aztechi avevano avuto il tempio dedicato alla loro dea vergine
Tonantzin. Facendo riferimento a questa leggenda il CICAP (ente italiano per il controllo delle affermazioni sul paranormale) ha chiamato in causa l’articolo dell’analista forense John F. Fischer e Joe Nickell sullo Skeptical Inquirer,
il quale afferma che si tratta di una mistificazione e appongono
constatazioni scientifiche che affermano essere anche documentabili,
fino ad arrivare a mettere in dubbio la stessa esistenza di Jaun Diego.
Un accanimento oltremodo eccessivo se consideriamo quanto vada cauta la
chiesa prima di prendere posizioni su fatti di questo tipo. Mentre i sostenitori dell’autenticità dell’immagine impressa sulla tilma hanno evidenziato la natura oltremodo straordinaria non solo del’immagine, ma anche del tessuto.
Juan Diego vive per ben 17 anni in penitenza e orazione, assoggettandosi agli umili lavori di sagrestano, senza mai mancare al suo impegno di testimoniare quanto Maria ha fatto per lui e può fare per tutti quelli che con affetto filiale vorranno rivolgersi al suo cuore di Madre. La morte lo coglie nel 1548, quando ha ormai 74 anni. La sua fama di santita’, che gia’ l’aveva accompagnato in vita, cresce nel tempo fino ai nostri giorni, finche’ nel 1984 si dette finalmente inizio alla sua causa di beatificazione. L’apparizione di Guadalupe è stata riconosciuta dalla Chiesa cattolica e Juan Diego è stato proclamato santo da papa Giovanni Paolo II il 31 luglio 2002.
FONTI: http://www.cicap.org/veneto/vergine_guadalupe / http://it.wikipedia.org/wiki/Nostra_Signora_di_Guadalupe / http://www.santiebeati.it/dettaglio/90946
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